Israele, la testimonianza del medico italiano Giorgia C., tornata lunedì da Tel Aviv
“Ci siamo chiusi nello ‘shelter’ quando sono piovuti 12 missili. In quel momento ho detto ‘Basta’ e ho preso il biglietto”
(Bruxelles). “Mi trovavo a Tel Aviv per uno scambio con gli specializzandi israeliani. Studiavo e lavoravo in ospedale. Sarei dovuta rimanere tre mesi, da settembre a novembre”. Inizia così l’intervista a Giorgia C., medico specializzando in oftalmologia, tornata lunedì 9 ottobre in Italia con un volo di linea Ryanair partito da Tel Aviv, Israele. “Sabato ci siamo svegliati alle 7:30 con le sirene, le ho riconosciute, ma ho stentato a crederci perché me le immaginavo più rumorose. Non abbiamo fatto in tempo ad entrare nello ‘shelter’ – rifugi antimissili presenti nelle abitazioni israeliane – che abbiamo sentito i missili esplodere in aria. Le sirene hanno poi suonato alle 10:00 e la sera alle 21:30, dopodiché abbiamo sentito 12 missili. Ecco, in quel momento ho detto: ‘Basta, torno a casa’”, ha raccontato la dottoressa C., ora in territorio nazionale. “Sto seguendo dei giornalisti israeliani e palestinesi. Le tragedie stanno succedendo da entrambe le parti, ma il canale israeliano parlava solo di israeliani e quello palestinese solo di palestinesi. Loro stanno soffrendo tanto e io ho ancora la testa lì”, ha concluso.. (Federica Onnis/alanews)
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