LONDRA, 17 APR – Oltre trenta rappresentanti della comunità ebraica nel Regno Unito hanno criticato duramente il governo di Benyamin Netanyahu per le sue azioni nella guerra a Gaza. In una lettera aperta sul Financial Times, i 36 membri del Board of Deputies of British Jews affermano: “Non possiamo più restare in silenzio”. L’appello sottolinea che i valori ebraici richiedono di prendere posizione contro la guerra e di piangere la perdita di vite palestinesi. Condannata anche la ripresa dell’offensiva israeliana
La recente lettera aperta pubblicata sul Financial Times ha attirato l’attenzione su un tema cruciale: la comunità ebraica nel Regno Unito si sta facendo sentire riguardo alle azioni del governo israeliano guidato da Benyamin Netanyahu. Oltre trenta rappresentanti della comunità hanno firmato la missiva, esprimendo una ferma condanna delle politiche israeliane durante il conflitto in corso a Gaza. Questo gesto rappresenta una significativa presa di posizione che mette in discussione il legame tra le azioni di Israele e i valori ebraici.
La lettera e le sue implicazioni
Nella lettera, i firmatari affermano che non è più possibile “restare in silenzio” di fronte agli eventi tragici che stanno accadendo. “La tentazione di distogliere lo sguardo è forte perché ciò che sta accadendo è insopportabile, ma i nostri valori ebraici ci spingono a prendere posizione e a parlare”, si legge nel documento. Questa affermazione rappresenta un raro esempio di critica all’interno della comunità ebraica, soprattutto in un contesto di conflitto, evidenziando una crescente preoccupazione per le conseguenze delle azioni israeliane.
La situazione a Gaza
Gli autori della lettera esprimono profonda preoccupazione per la ripresa dell’offensiva israeliana a Gaza, iniziata il 18 marzo dopo una tregua di due mesi. Viene sottolineato con grande disappunto che, da quel momento, “nessun ostaggio israeliano” è stato rilasciato, suggerendo un deterioramento della situazione umanitaria. Le dichiarazioni degli esponenti ebraici si concentrano anche sulla condanna della perdita di vite palestinesi, evidenziando la necessità di considerare le sofferenze inflitte da entrambi i lati del conflitto.
Riflessioni sui valori ebraici
La lettera si conclude con una potente affermazione “l’anima di Israele è in pezzi” a causa del conflitto in corso. Questo richiamo ai valori etici e morali degli ebrei è emblematico di una frattura all’interno della comunità riguardo alla condotta di Israele. La critica non solo mette in luce le divisioni interne, ma solleva anche domande fondamentali sul futuro della politica israeliana e sull’identità ebraica. In un momento in cui la comunità globale è sempre più attenta alle dinamiche di conflitto e pace in Medio Oriente, le dichiarazioni di questi leader ebraici britannici potrebbero rappresentare un cambiamento significativo nel dibattito pubblico su Israele e il conflitto con Hamas.