MOSCA, 1 APR – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha affermato che gli incontri tra Putin e Xi Jinping potenziano le relazioni bilaterali russo-cinesi, ora a livelli senza precedenti grazie agli sforzi congiunti dei due leader.
Il recente incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi a Mosca ha messo in evidenza un’alleanza che si sta consolidando sempre di più. Lavrov ha sottolineato come gli incontri tra i presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping abbiano apportato un “potente impulso” allo sviluppo delle relazioni bilaterali, che, a suo dire, hanno raggiunto livelli senza precedenti. Ma quali sono le implicazioni di questa collaborazione sempre più stretta tra Russia e Cina? E quali realtà si nascondono dietro le dichiarazioni ottimistiche dei due leader?
Un’alleanza strategica
La Russia e la Cina, due potenze con interessi geopolitici e economici convergenti, stanno costruendo un legame strategico che va oltre la semplice cooperazione commerciale. Secondo fonti ufficiali, il commercio bilaterale tra Mosca e Pechino ha superato i 100 miliardi di dollari nel 2023, un traguardo che ha sollevato interrogativi sulle reali motivazioni che spingono tali scambi. La crescente dipendenza della Russia dalla Cina, soprattutto dopo le sanzioni occidentali in risposta alla guerra in Ucraina, solleva dubbi sulla sostenibilità di questa alleanza.
I rischi di una dipendenza economica
L’affermazione di Lavrov sui “livelli senza precedenti” delle relazioni bilaterali non può nascondere il rischio di una dipendenza eccessiva della Russia dalla Cina. Le aziende russe, in particolare nel settore energetico, stanno sempre più cedendo il passo a investimenti cinesi, creando una situazione in cui la Russia potrebbe diventare una mera appendice dell’economia cinese. Secondo un rapporto della Banca Mondiale, circa il 30% delle esportazioni russe è diretto verso la Cina, un dato che evidenzia l’importanza cruciale di Pechino per l’economia russa.