L’Ungheria è l’unico Stato membro dell’Ue a non sostenere le contro-tariffe di Bruxelles contro i dazi imposti dagli Stati Uniti e dall’amministrazione Trump: ha infatti votato contro i contro-dazi. Il presidente americano, Donald Trump, ci ha ripensato e ha fatto una sorta di marcia indietro sospendendo i dazi per 90 giorni per chi non ha attuato ritorsioni. La calma strategica dichiarata dall’Ungheria, dunque, prevale?
Oggi, giovedì 10 aprile 2025, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha rivelato una posizione sorprendente: l’Ungheria è stata l’unica nazione dell’Unione Europea a non sostenere le contro-tariffe proposte da Bruxelles contro gli Stati Uniti. Questa scelta rappresenta un cambiamento significativo nelle relazioni commerciali internazionali e nelle dinamiche politiche all’interno dell’Unione Europea. La decisione di non aderire a misure punitive è stata giustificata da una strategia di “calma strategica”, come dichiarato dallo stesso Szijjarto.
“Ieri l’Ungheria è stato l’unico Stato membro dell’Ue a non sostenere le contro-tariffe di Bruxelles contro gli Stati Uniti. Ieri sera, Donald Trump ha sospeso i dazi per 90 giorni per chi non ha fatto ritorsioni. La calma strategica vince!” Lo scrive su X il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto.
L’atteggiamento unico dell’Ungheria nei confronti dei dazi
La posizione ungherese si distingue in un contesto in cui molti Stati membri si allineano alle politiche di Bruxelles. L’approccio dell’Ungheria potrebbe ispirare altri paesi a riconsiderare le loro strategie commerciali, aprendo a una maggiore autonomia nelle decisioni economiche. Questo atteggiamento potrebbe anche portare a fratture all’interno dell’Unione, complicando ulteriormente le già delicate dinamiche di cooperazione tra i membri.
La sospensione dei dazi da parte degli Stati Uniti
La dichiarazione di Szijjarto è arrivata dopo l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump, che ha deciso di sospendere i dazi per un periodo di 90 giorni per i paesi che non hanno attuato ritorsioni. Questa mossa è interpretata come un tentativo di disinnescare le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, permettendo ai membri di rivedere le loro politiche commerciali senza il timore immediato di ritorsioni. La scelta dell’Ungheria di non partecipare alle contromisure europee potrebbe essere vista come un tentativo di mantenere relazioni più favorevoli con gli Stati Uniti.
Implicazioni per le relazioni Ue
Le implicazioni dell’approccio ungherese sono significative. Mentre altri Stati membri si allineano alle politiche di Bruxelles, l’Ungheria sembra adottare una posizione più autonoma. Questo potrebbe avere ripercussioni sul futuro delle relazioni all’interno dell’Unione Europea, creando tensioni e potenziali fratture. Gli esperti avvertono che un simile atteggiamento potrebbe complicare ulteriormente le dinamiche di cooperazione tra i membri, rendendo il contesto politico europeo ancora più instabile.
Riflessioni sul contesto internazionale
In un panorama globale caratterizzato da crescenti tensioni commerciali, la posizione dell’Ungheria emerge come una strategia pragmatica. La decisione di Szijjarto suggerisce un tentativo di bilanciare gli interessi economici nazionali con le pressioni politiche europee. La situazione è in continua evoluzione, e l’attenzione è rivolta a come altri Stati membri reagiranno a questa posizione inedita e alle future interazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La scelta dell’Ungheria di mantenere una strategia di calma potrebbe rivelarsi cruciale nel definire il futuro delle relazioni transatlantiche.