Bruxelles sta considerando opzioni legali per permettere alle aziende europee di recedere dai contratti a lungo termine sul gas russo senza penali. Questo piano mira a liberare l’Ue dalla dipendenza energetica da Mosca entro il 2027
In un contesto geopolitico sempre più complesso, l’Unione Europea sta esplorando vie legali per consentire alle aziende europee di recedere dai contratti a lungo termine per l’acquisto di gas russo. Questa iniziativa, riportata dal Financial Times, evidenzia l’urgenza dell’UE di ridurre la propria dipendenza energetica da Mosca, soprattutto a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina.
La riduzione della dipendenza dal gas russo
Attualmente, il gas russo rappresenta solo l’11% delle forniture europee tramite gasdotto, un calo significativo rispetto al quasi 40% registrato nel 2022. Tuttavia, i volumi di gas naturale liquefatto (GNL) provenienti dalla Russia sono aumentati notevolmente negli ultimi tre anni, complicando gli sforzi dell’UE per diversificare le proprie fonti energetiche. I funzionari della Commissione Europea stanno studiando i contratti esistenti e la possibilità di invocare cause di forza maggiore, che potrebbero consentire agli importatori di interrompere i propri obblighi contrattuali senza costi aggiuntivi.
Un piano per il futuro energetico dell’UE
Questa iniziativa rientra in una più ampia strategia che mira a liberare l’Unione Europea dai combustibili fossili russi entro il 2027. Tuttavia, la situazione è complicata dalle pressioni interne ed esterne. Gli Stati membri, pur riconoscendo la necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, sono cauti nel forzare le aziende a rescindere i contratti di GNL, temendo un aumento dei prezzi dell’energia e difficoltà economiche in un periodo caratterizzato da instabilità geopolitica e inflazione.
Negli ultimi dodici mesi, l’Unione Europea ha speso circa 21,9 miliardi di euro per importazioni di petrolio e gas dalla Russia, secondo il Centro per la Ricerca sull’Energia e l’Aria Pulita. A differenza del carbone russo, soggetto a un divieto di importazione, il gas naturale non ha ancora subito restrizioni simili. Le importazioni di gas russo sono aumentate di circa il 60% dal 2021 a oggi, nonostante l’embargo sul 90% delle importazioni di petrolio.
Il ruolo degli Stati Uniti nel nuovo panorama energetico
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che il piano per affrontare la crisi energetica sarà reso pubblico entro tre o quattro settimane. Tuttavia, la tabella di marcia ha subito ritardi a causa delle preoccupazioni che eventuali provvedimenti legislativi potessero essere ostacolati da paesi come Ungheria e Slovacchia, che rappresentano una parte significativa delle importazioni di gas nell’UE.
In questo scenario, gli Stati Uniti hanno già assunto il ruolo di principale fornitore di gas naturale liquefatto per l’Unione Europea. Questo cambiamento potrebbe influenzare le dinamiche energetiche globali, poiché l’UE cerca di stabilire accordi energetici con Washington per contrastare le politiche tariffarie del governo americano, che hanno avuto un impatto significativo sulle relazioni commerciali transatlantiche.
L’Unione Europea si trova ad affrontare una sfida senza precedenti nel tentativo di garantire la propria sicurezza energetica, mentre cerca di equilibrare le pressioni economiche interne e le necessità geopolitiche. La strada verso l’indipendenza energetica dalla Russia è complessa e richiederà sforzi coordinati e una visione strategica a lungo termine.