L’esercito birmano ha intensificato gli attacchi nelle zone colpite dal terremoto del 28 marzo, nonostante il cessate il fuoco temporaneo. Almeno 53 assalti, inclusi raid aerei e colpi di artiglieria, sono stati segnalati dall’Alto Commissariato ONU
L’esercito birmano continua a condurre attacchi nelle regioni già colpite dal devastante terremoto del 28 marzo, ignorando il cessate il fuoco temporaneo annunciato il 2 aprile. Questa grave denuncia proviene dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla situazione attuale in Myanmar. Secondo le informazioni disponibili, l’esercito ha effettuato almeno 53 attacchi, tra cui raid aerei, operazioni con droni e bombardamenti di artiglieria, nelle aree già devastate dal sisma.
La vulnerabilità della popolazione civile
Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto Commissariato, ha sottolineato in un recente briefing a Ginevra che, nonostante l’annuncio di una pausa nei combattimenti, le forze armate birmane non hanno mostrato segni di de-escalation. “Dopo il cessate il fuoco, sono stati documentati almeno 14 attacchi militari”, ha dichiarato Shamdasani, evidenziando la grave vulnerabilità della popolazione civile, già provata dalla catastrofe naturale.
Il terremoto ha causato migliaia di sfollati e distrutto infrastrutture vitali, rendendo la situazione umanitaria ancora più critica. Molte persone devono affrontare non solo le conseguenze del terremoto, ma anche la violenza incessante delle operazioni militari. Le organizzazioni umanitarie, già impegnate a fornire assistenza, si trovano a fronteggiare notevoli difficoltà a causa dell’instabilità e della pericolosità della situazione.
La crisi dei diritti umani
Negli ultimi anni, il Myanmar ha visto un deterioramento della situazione dei diritti umani, aggravato dal colpo di stato militare del febbraio 2021, che ha rovesciato il governo democraticamente eletto. Gli attacchi dell’esercito birmano sono stati diretti non solo contro i gruppi etnici armati, ma anche contro i civili, con una serie di violazioni sistematiche dei diritti umani, tra cui omicidi, torture e sfollamenti forzati. Questo contesto di violenza ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di persone bisognose di aiuti.
Il recente terremoto ha complicato ulteriormente una situazione già instabile. Le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, stanno cercando di intensificare gli sforzi per fornire assistenza, ma la precarietà della sicurezza rende queste operazioni estremamente rischiose. Gli aiuti umanitari sono essenziali per la sopravvivenza delle persone colpite, ma l’accesso alle zone più colpite è limitato a causa delle operazioni militari in corso.
L’appello alla comunità internazionale
In questo contesto, l’appello dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite è chiaro: è fondamentale che la comunità internazionale intervenga per porre fine alle violenze e garantire la protezione della popolazione civile. La situazione richiede un’attenzione immediata e un’azione concertata da parte dei governi e delle organizzazioni internazionali per garantire che gli aiuti possano raggiungere coloro che ne hanno più bisogno.