Il tribunale russo di Sverdlovsk ha condannato Yevgheni Varaksin a 12 anni di reclusione per aver fornito assistenza finanziaria alle forze ucraine nel 2022, donando solo 100 zloty. Le accuse di alto tradimento restano non verificabili
Un tribunale della regione di Sverdlovsk, in Russia, ha emesso una sentenza severa contro Yevgheni Varaksin, accusato di aver fornito assistenza finanziaria alle forze armate ucraine durante il conflitto in corso. La condanna, che prevede una pena di dodici anni di reclusione, è stata motivata dal fatto che Varaksin, mentre si trovava in Polonia, avrebbe effettuato una donazione di 100 zloty, equivalenti a poco più di 23 euro, all’esercito ucraino. Questa cifra, sebbene modesta, è stata ritenuta dalle autorità russe un atto di alto tradimento.
Le accuse e le leggi russe
Le accuse nei confronti di Varaksin sollevano interrogativi sulla natura delle leggi russe in materia di sostegno a entità straniere, specialmente in un contesto di conflitto. La legge russa, infatti, punisce severamente qualsiasi forma di assistenza data a forze considerate nemiche. Tuttavia, la gravità della pena inflitta sembra sproporzionata rispetto all’importo della donazione, evidenziando un clima di repressione nei confronti di chiunque possa essere percepito come un oppositore del regime.
La copertura mediatica
La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa russa Tass, che ha citato un comunicato della procura regionale. MediaZona, un portale di informazione indipendente, ha approfondito la questione, sottolineando come le accuse mosse contro Varaksin non siano verificabili in modo indipendente. Questo solleva dubbi sulla trasparenza del processo e sulla reale motivazione dietro la condanna.
Un contesto di crescente repressione
Questo evento si inserisce in un contesto più ampio di crescente repressione in Russia, dove il governo ha intensificato la sorveglianza e le restrizioni sulla libertà di espressione. In un periodo in cui la guerra in Ucraina continua a causare profonde divisioni, l’episodio di Varaksin rappresenta un chiaro avvertimento per chiunque tenti di esprimere solidarietà verso l’Ucraina o critiche nei confronti del governo russo. La condanna di un cittadino per una donazione così minima evidenzia le tensioni persistenti e le conseguenze potenzialmente drammatiche per le libertà civili in Russia.