MOSCA, 22 APR – Tra i candidati favoriti ci sono Pietro Parolin e Matteo Zuppi, entrambi con visioni moderate. Con la scomparsa di Francesco, l’approccio “francescano” sembra superato
Nella recente discussione sui possibili successori di Papa Francesco, i media russi hanno messo in evidenza l’importanza di un “mediatore moderato” che possa unire le diverse anime della Chiesa cattolica. Questa figura è considerata fondamentale per affrontare le sfide contemporanee che la Chiesa si trova ad affrontare. Tra i nomi più accreditati ci sono Pietro Parolin e Matteo Zuppi, entrambi visti come potenziali ponti tra le posizioni progressiste e quelle conservatrici.
La necessità di un leader moderato
Secondo il quotidiano indipendente Nezavisimaia Gazeta, la scomparsa di Papa Francesco, un simbolo di umanesimo universale, potrebbe portare alla necessità di un leader che rifletta le mutate dinamiche globali. La riflessione è chiara: l’epoca della sperimentazione potrebbe essere giunta al termine. L’elezione di un Papa di origine europea con posizioni moderate potrebbe rappresentare una risposta alle esigenze attuali. Durante il suo pontificato, Francesco ha affrontato temi delicati come il ruolo delle donne, la comunità LGBT e il divorzio, suscitando reazioni contrastanti.
Le sfide per il nuovo pontefice
Roman Lukin, direttore del Centro per lo studio della religione e della società presso l’Accademia russa delle scienze, ha sottolineato come Francesco sia stato un Papa “insolito”, capace di esprimere opinioni forti su questioni controverse. Secondo Lukin, il nuovo pontefice dovrà navigare tra le pressioni dei progressisti e dei conservatori, cercando di trovare un equilibrio che possa soddisfare entrambe le fazioni.
I candidati in lizza
Intervenendo sul tema, Ekaterina Shebalina, ricercatrice all’Università Mgimo, ha individuato Matteo Zuppi come uno dei candidati favoriti, grazie alla sua esperienza come consigliere di Francesco su questioni complesse. Tuttavia, non si possono escludere figure conservatrici come il cardinale ungherese Peter Erdo, che potrebbe svolgere un ruolo di mediazione.
Il quotidiano Kommersant ha aggiunto un ulteriore livello di complessità, suggerendo che la Chiesa cattolica stia ancora cercando di assimilare l’eredità delle riforme di Papa Francesco. Queste riforme, audaci e talvolta controverse, hanno incluso appelli pubblici per la pace, come nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina, dove Francesco ha dimostrato coraggio nel superare le normali etichette diplomatiche. La sfida per il prossimo Papa sarà dunque quella di mantenere viva questa eredità, mentre si cerca di costruire un dialogo costruttivo tra le varie correnti all’interno della Chiesa.