Il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić | Instagram @buducnostsrbijeav - alanews.it
Belgrado, 14 aprile – Dopo le mobilitazioni a sostegno del presidente Aleksandar Vučić, continuano in Serbia le proteste degli studenti. Raduni e cortei si svolgono a Belgrado e in altre città. Mercoledì un nuovo evento è previsto a Kraljevo. Un gruppo di studenti sta percorrendo in bicicletta oltre 1.300 km verso Strasburgo per le loro istanze europee. Attesa per la reazione della polizia alle affermazioni di Vučić sull’ordine e la sicurezza.
Le manifestazioni studentesche in Serbia stanno guadagnando sempre più visibilità, con proteste e blocchi stradali che si intensificano in diverse città, tra cui la capitale, Belgrado. Gli studenti, uniti contro le politiche governative, stanno esprimendo il loro dissenso attraverso azioni che vanno dall’occupazione delle facoltà universitarie a marce pacifiche. Questi eventi rappresentano un’importante mobilitazione giovanile, con un forte desiderio di cambiamento e di partecipazione attiva nella vita politica del paese.
Il fulcro delle proteste a Belgrado è il parco della Fortezza del Kalemegdan, dove migliaia di studenti si sono radunati per marciare verso luoghi simbolici come il ponte Savski e il nuovo quartiere Belgrado sull’acqua. Le manifestazioni non si limitano alla capitale; anche città come Vršac, Užice, Kraljevo, Požega e Aranđelovac stanno vivendo un’ampia partecipazione giovanile. Molti studenti scelgono di manifestare in bicicletta o a piedi, sottolineando la loro determinazione a far sentire la propria voce e a rivendicare i propri diritti.
Un gruppo di circa 80 studenti, partito da Novi Sad, ha intrapreso un viaggio in bicicletta verso Strasburgo. Questo particolare gesto di protesta ha come obiettivo quello di presentare le loro richieste alle istituzioni europee. Dopo aver percorso oltre 1.300 km attraverso diverse città europee, il gruppo è atteso oggi a Karlsruhe e il loro arrivo a Strasburgo è previsto per domani. Questo viaggio non solo evidenzia l’impegno degli studenti, ma anche la loro volontà di coinvolgere l’Europa nelle loro istanze.
La risposta del governo serbo, guidato dal presidente Aleksandar Vučić, si è concentrata sulla vigilanza e sul ripristino dell’ordine pubblico. Durante una recente manifestazione, Vučić ha espresso la sua intenzione di porre fine al “caos” e garantire un ambiente sicuro per tutti gli studenti. Tuttavia, molti analisti avvertono che le misure repressive potrebbero intensificare le tensioni tra le autorità e i manifestanti, complicando ulteriormente la situazione.
Le prossime ore saranno decisive per il futuro delle proteste in Serbia, dove le aspirazioni degli studenti si intrecciano con le dinamiche politiche e sociali del paese. In un contesto di crescente mobilitazione giovanile, l’evoluzione di questi eventi potrebbe avere un impatto significativo sulla direzione politica della Serbia.
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