Siria, le storie dal centro accoglienza di Latakia: “Abbiamo bisogno di una casa”
“Non ricordo un momento peggiore per il mio Paese”
(Aleppo). “Ci siamo spostati tre volte prima di venire qui. Ero sola, non mi sono preoccupata di me ma dei miei figli, ma per fortuna ora sono salvi”. “Io sono una persona malata, ho il diabete e ho avuto un ictus, quindi soffro e non è facile trovare medicine, anche prima del terremoto”. “È difficile uscire dalla confort zone, qui è un luogo pulito ma non c’è privacy, abbiamo bisogno di casa per essere a nostro agio”. Cosa significa perdere la propria casa e tutto quello che si possiede? Ecco le voci degli sfollati dal centro di accoglienza da Latakia, la città più colpita in Siria dal terremoto. Qui ci sono “45 famiglie, 160 persone, di cui 25 bambini” spiega Mai Rannous, di Syria Trust For Development, che insieme a Terre des Hommes gestisce il centro. “La cosa peggiore in questa situazione è che non sappiamo quando e se torneremo a casa nostra. Non ricordo un momento peggiore di questo per la Siria”, dicono gli sfollati. (Sara Iacomussi/alanews)
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