Rumeysa Ozturk, una studentessa turca dell’Università Tufts in Massachusetts, è stata arrestata per le sue posizioni su Gaza. Il video del suo arresto, avvenuto da agenti del Dipartimento di Sicurezza Nazionale, ha sollevato polemiche. Il suo visto di studio è stato revocato.
Rumeysa Ozturk, una studentessa di 30 anni dell’Università di Tufts, è stata arrestata martedì a Somerville, nel Massachusetts, da agenti del Dipartimento di Sicurezza Nazionale. Questo arresto è avvenuto in seguito alle sue attività di sostegno alla causa palestinese, che le autorità statunitensi hanno qualificato come “sostegno ad Hamas”. Ozturk, che era in possesso di un visto per motivi di studio, ha visto il suo permesso revocato.
L’arresto e le reazioni
Il video dell’arresto di Rumeysa Ozturk ha fatto rapidamente il giro del web, mostrando gli agenti che, dopo averle confiscato il cellulare, l’hanno ammanettata e portata via su un’auto. In un primo momento, gli agenti si erano presentati a volto scoperto, ma poi hanno indossato maschere. Ozturk, musulmana e attualmente iscritta a un dottorato in psicologia, stava tornando da un incontro per l’iftar, il pasto serale che segna la fine del digiuno durante il mese del Ramadan.
La studentessa era attivamente coinvolta in attività accademiche e di attivismo, inclusa la pubblicazione di un articolo sulla rivista studentesca della sua università. In questo articolo, criticava la direzione dell’Università di Tufts per la sua risposta a eventi legati alla guerra nella Striscia di Gaza. Le sue richieste includevano:
- Riconoscimento del genocidio del popolo palestinese.
- Interruzione dei legami con aziende che operano in Israele.
Queste posizioni, secondo le autorità, sarebbero state interpretate come un supporto a Hamas.
Un contesto preoccupante
L’arresto di Ozturk non è un episodio isolato. Negli ultimi mesi, diversi studenti internazionali sono stati oggetto di azioni simili. L’amministrazione Trump ha annunciato misure volte a espellere gli studenti che partecipano a proteste contro Israele, giustificandole con la necessità di combattere l’antisemitismo nelle università. Tuttavia, molti critici vedono queste azioni come una limitazione della libertà di espressione.
Ozturk non è l’unica studentessa ad essere stata arrestata per motivi simili. Mercoledì, Alireza Doroudi, uno studente iraniano, è stato arrestato all’Università dell’Alabama, ma le circostanze del suo arresto rimangono poco chiare. Inoltre, l’11 marzo, Mahmoud Khalil, un ex studente della Columbia, è stato arrestato per il suo coinvolgimento in proteste a favore della Palestina. Khalil, che possiede una green card, ha visto le sue accuse basate su teorie legali considerate deboli.
Le implicazioni per le università
Le università statunitensi, spesso considerate bastioni di pensiero progressista, si trovano al centro di un acceso dibattito su libertà di espressione e attivismo politico. La situazione è ulteriormente complicata dalle politiche di sicurezza messe in atto dall’amministrazione Trump, che sembrano mirare a reprimere le voci dissidenti, in particolare quelle che criticano le politiche israeliane.
Il portavoce del Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha confermato l’arresto di Ozturk, sottolineando che le sue azioni giustificano la revoca del visto. Attualmente, Ozturk è detenuta in una struttura in Louisiana, nonostante un giudice avesse emesso un divieto di trasferimento al di fuori del Massachusetts. Le autorità stanno affrontando una crescente pressione pubblica e legale per chiarire i criteri alla base di tali arresti e garantire che i diritti degli studenti siano rispettati.
Il caso di Rumeysa Ozturk mette in evidenza le tensioni esistenti tra libertà di espressione e le politiche di sicurezza nazionale negli Stati Uniti, sollevando interrogativi su come le università gestiscano la libertà accademica e il diritto degli studenti di esprimere opinioni controverse.