Covid, Piovani: “Il problema non sono i no vax ma l’informazione”
Il compositore riflette sulla pandemia e racconta la sua esperienza personale con il virus
(Dubai). “Quello che è successo, la pandemia, mi ha toccato molto. Come del resto nel periodo più buio, durante il lockdown, ha toccato tutti. L’informazione era un bollettino di morte. Un periodo terribile. Poi il covid mi ha toccato personalmente. Ho fatto esperienza in maniera pesante del virus. Mi è costata cinque settimane di isolamento in cui non potevo né vedere né contattare nessuno. Ne sono uscito rafforzato in tanti aspetti. Uno: il disprezzo per i negazionsiti. Due: l’amore per le cose importanti e il desiderio di lasciare indietro gli aspetti superflui, anche nella scrittura musicale, andando a cercare le cose più importanti e urgenti. È un’esperienza che ti mette davanti al fatto che forse non ce la fai. Ora viviamo un’altra fase che però ha un punto oscuro. Non sono i negazionisti. Quelli è normale che esistano, sono percentuali esigue. Però servono molto all’informazione. Perché l’informazione, che detesta l’omogeneità e ha bisogno di scontri, altro non fa che dare spazio a questi piccoli individui solo perché la sparano grossa e così hai il titolo in prima pagina. Chiaro che così si istiga il narcisismo di chi cerca visibilità attraverso questo spazio. Se ne parla come un grande problema ma non lo è. I problemi sono le varianti, raggiungere le persone del terzo mondo con i vaccini e così via. In questo caso l’informazione – ed è un modello planetario – non sta facendo bene al progresso della lotta al virus”. Così Nicola Piovani, compositore, durante la sua visita al Padiglione Italia a Expo Dubai 2020 in occasione di un incontro con la stampa. (Lorenzo Sassi)
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