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Calenda: “Tutti hanno firmato per il 2% delle spese per la difesa, incluso Conte”

Carlo Calenda ha dichiarato a Coffee Break su La7 che tutti, compreso Conte, hanno firmato per il 2% delle spese per la difesa. Ribadisce la possibilità di effettuare il fact checking, citando una mozione del Movimento 5 Stelle sull’Ucraina.

Durante un’intervista su La7, Carlo Calenda ha dichiarato che tutti i partiti politici, incluso il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, hanno sottoscritto l’impegno a destinare il 2% del PIL alla difesa. La dichiarazione di Calenda, leader di Azione, arriva nel contesto del dibattito sulle spese militari in Italia, amplificato dalla recente invasione russa dell’Ucraina.

L’impegno per il 2% del PIL

Calenda, nel programma “Coffee Break”, ha affermato che l’impegno per il 2% del PIL per la difesa è stato firmato da tutti i partiti, inclusi i 5 Stelle, che ora si dichiarano contrari a questa misura. Secondo Calenda, tali affermazioni sono in contrasto con la realtà dei fatti e possono essere facilmente verificate attraverso il fact checking. Ha specificato che questo accordo è stato stabilito in una mozione in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, evidenziando come, di fronte a situazioni di crisi, le posizioni politiche tendano a cambiare.

L’importanza della spesa per la difesa

Calenda ha inoltre sottolineato l’importanza di una spesa per la difesa adeguata, non solo per rispettare gli impegni internazionali, ma anche per garantire la sicurezza nazionale. “La geopolitica è cambiata”, ha continuato, “e l’Italia deve fare la sua parte nel contesto della NATO e dell’Unione Europea“.

Critiche e responsabilità

Il tema della spesa per la difesa è diventato sempre più rilevante in Italia, e non solo a causa della guerra in Ucraina. Negli ultimi anni, la questione ha acceso dibattiti politici accesi, con posizioni divergenti tra i vari partiti. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha frequentemente criticato l’aumento delle spese militari, sostenendo che tali fondi dovrebbero essere investiti in settori come la sanità e l’istruzione. Tuttavia, l’invasione russa ha spinto anche i più scettici a rivedere le proprie posizioni, rendendo il dibattito sulla sicurezza nazionale più urgente.

Redazione

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