Coronavirus, medico italiano: “In Belgio si poteva fare di più per salvare vite”
“Terapie intensive mai sature”
POLITICA (Bruxelles). “Quello che è un po’ triste sul piano umano è che c’è stata una organizzazione (in Belgio, ndr) che ha cercato di tenere le terapie intensive il più possibile vuote. In Belgio le terapie intensive non sono mai state sature. Ma se metti in piedi un piano di emergenza nazionale, lo fai col fine di salvare il più grande numero di persone possibile, al di là dell’età. In Belgio, purtroppo, alcune fasce d’età non hanno provato a salvarle. E’ chiaro che, dopo gli 80 anni, chi ha una pomonite da Covid 19 ha una prognosi infausta. Ne sopravvivono pochissimi. Però c’è anche l’ultracentenario che ne viene fuori. Allora, se fai un piano di emergenza sanitaria, lo scopo deve essere quello di salvare il più possibile vite umane”. Così il medico Gaetano Paparella, cardiologo che vive a Bruxelles dal 2007, in merito alla gestione nel paese della pandemia di Coronavirus e alle proteste del personale di un ospedalle di Bruxelles alla premier Sophie Wilmès. (Giulia Torbidoni/alanews)
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