Categories: Politica

Crosetto: “L’Europa non può avere un suo esercito, i trattati europei lo escludono”

Il ministro della Difesa, parlando a margine del convegno “Strade Sicure” tenutosi alla Camera dei deputati, ha esposto la sua visione riguardo all’impossibilità di costituire un esercito europeo autonomo

Il tema della difesa europea è tornato al centro del dibattito politico italiano ed europeo, soprattutto alla luce delle crescenti tensioni internazionali e dei conflitti in corso. Recentemente, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha esposto la sua visione riguardo all’impossibilità di costituire un esercito europeo autonomo, sostenendo che i trattati europei escludono tale possibilità. Le sue affermazioni, rilasciate a margine del convegno “Strade Sicure” tenutosi alla Camera dei deputati, sollevano interrogativi significativi sulla cooperazione militare in Europa e sul futuro della sicurezza collettiva.

La posizione di Crosetto sulla difesa europea

Crosetto ha chiarito che l’idea di un esercito europeo autonomo è inconcepibile, in quanto i trattati, in particolare il Trattato di Lisbona, non prevedono la creazione di una forza armata comune. Secondo il ministro, le forze armate europee devono essere considerate come un insieme di unità nazionali che possono operare in sinergia, simile al modello della Nato. Questa organizzazione non dispone di un esercito proprio, ma si basa sulla combinazione delle forze armate degli Stati membri per garantire la sicurezza collettiva.

In un contesto di crescente instabilità geopolitica, Crosetto ha evidenziato l’importanza di sfruttare le capacità già esistenti degli Stati membri, promuovendo l’interoperabilità tra le diverse forze armate nazionali. “Utilizziamo le difese che abbiamo, le facciamo interoperare e in quel modo costruiamo il pilastro europeo della Nato”, ha sottolineato, evidenziando che l’efficacia militare non dipende dalla creazione di nuove strutture, ma dalla cooperazione delle forze attuali.

Le parole del ministro Crosetto

“L’Europa non può avere un suo esercito, i trattati europei lo escludono. Le forze armate europee sono come le forze armate della Nato: la Nato non ha un suo esercito ma la somma delle forze armate dei Paesi che la compongono, quindi la futura difesa europea non può che essere formata dalla somma dell’esercito italiano, tedesco, francese, spagnolo, tutti insieme come nella Nato dove riescono a interoperare. Forze di Paesi diversi che riescono a operare insieme avendo un centro unico di comando e controllo”, ha detto Crosetto a margine del convegno “Strade Sicure” alla Camera. “La difesa europea, così come viene definita per banalizzarla, non può esistere, anche perché cosa facciamo? Reclutamento unico europeo che parte domani mattina e avremo tra 20 anni? La scuola per ufficiali europei che inizieremo domani mattina e li avremo formati tra cinque anni? Utilizziamo le difese che abbiamo, le facciamo interoperare e in quel modo costruiamo il pilastro europeo della Nato”, ha aggiunto il ministro.

Riflessioni sulla cooperazione militare

L’interoperabilità tra le forze armate europee è un tema cruciale per la sicurezza del continente. Le forze armate di Paesi diversi devono essere in grado di operare congiuntamente, condividendo risorse e strategie. Ciò richiede:

  1. Pianificazione congiunta
  2. Formazione condivisa
  3. Esercitazioni comuni

Questi aspetti, sebbene complessi, sono fondamentali per affrontare le sfide future. Gli eserciti di Italia, Francia, Germania e Spagna, ad esempio, devono essere in grado di lavorare insieme non solo nelle operazioni Nato, ma anche in missioni di stabilizzazione e intervento umanitario.

L’ipotesi di truppe Onu in Ucraina

Un altro argomento sollevato da Crosetto riguarda la possibilità di inviare truppe Onu in Ucraina. Il ministro ha dichiarato che, sebbene la presenza di una forza internazionale possa contribuire alla stabilità della regione, è fondamentale che ciò avvenga in seguito a una tregua tra le parti in conflitto. “Considero la presenza di una comunità internazionale una garanzia di stabilità e sicurezza in una zona che ne ha bisogno”, ha affermato. Tuttavia, ha sottolineato che ogni decisione in merito deve essere presa dal Parlamento italiano, evidenziando l’importanza della democrazia e della trasparenza nei processi decisionali. Se in Ucraina “ci fosse la tregua e fossero accettate le truppe Onu sarebbe sicuramente una notizia positiva. Considero la presenza di una comunità internazionale una garanzia di stabilità e sicurezza in una zona che ne ha bisogno. Ma discuterne prima della tregua o che ci siano le regole della tregua diventa molto difficile”. Lo ha detto il ministro della Difesa. “È come parlare dell’arredamento di una casa di cui non facciamo noi il progetto. Il progetto deve essere nelle mani di Trump, Zelensky e Putin che fisseranno le condizioni prima di una tregua e poi di un percorso di pace, all’interno di quelle condizioni sarà interessata probabilmente anche l’eventuale possibilità di utilizzare contingenti internazionali per garantire la pace. Come abbiamo sempre detto negli anni, qualora ci fosse un impegno Onu noi prenderemmo atto di questa cosa e decideremmo. Nelle missioni di pace Onu l’Italia c’è sempre stata ma è una decisione che dovrà prendere il parlamento se ci sarà la necessità di farlo”, ha aggiunto Crosetto.

Le sfide del reclutamento e della formazione

Crosetto ha anche espresso dubbi riguardo alla fattibilità di un reclutamento militare europeo unico. “Cosa facciamo? Reclutamento unico europeo che parte domani mattina e avremo tra 20 anni?” ha chiesto retoricamente, evidenziando le difficoltà pratiche di attuare un sistema di reclutamento collettivo e di formazione di ufficiali a livello europeo. La creazione di una forza armata comune richiederebbe non solo tempo, ma anche risorse significative e un consenso politico tra le nazioni europee.

La posizione di Crosetto riflette una visione pragmatica della difesa europea, ponendo l’accento sulla necessità di utilizzare le risorse esistenti in modo più efficace. L’Italia, come membro della Nato e dell’Unione Europea, ha un ruolo cruciale da svolgere nel rafforzare la cooperazione tra gli alleati. La strategia di Crosetto suggerisce che l’Italia dovrebbe continuare a investire nella modernizzazione delle proprie forze armate, garantendo al contempo un approccio coordinato con gli altri Stati membri per affrontare le sfide della sicurezza contemporanea.

In un contesto globale dove le minacce sono sempre più interconnesse, il rafforzamento della cooperazione militare tra i Paesi europei non è solo auspicabile, ma necessario. La visione di Crosetto pone l’accento su un approccio pragmatico e realista, invitando a riflettere sulle opportunità di integrazione e collaborazione, senza dimenticare la complessità dei trattati e delle dinamiche geopolitiche attuali.

Redazione

Recent Posts

Londra accoglie oltre 30 Paesi per una coalizione di volontariato globale

Negli ultimi giorni, Londra ha compiuto un passo decisivo verso la creazione di una coalizione…

7 minuti ago

L'artista rom Rašid Nikolić critica Lucio Corsi: "Ha dato spazio a un'accusa discriminatoria”

La recente controversia tra l'artista Lucio Corsi e il marionettista rom Rašid Nikolić ha acceso…

9 minuti ago

Governo chiede proroga per l’informativa al Cpi: cosa significa per Almasri?

Il governo italiano ha recentemente richiesto una proroga per l'invio delle informazioni richieste dalla Corte…

16 minuti ago

Napoli, in via Toledo un uomo vestito da Topolino estorce soldi ai passanti

Un episodio inquietante ha recentemente colpito via Toledo, una delle arterie più celebri di Napoli,…

39 minuti ago

Iliad down, problemi di connessione: segnalati rallentamenti e interruzioni in tutta Italia

Su Downdetector parecchie segnalazioni di utenti da nord a sud Aumento di segnalazioni su Downdetector…

39 minuti ago

Usa, i democratici chiedono di indagare Musk e la Faa: c’è conflitto di interessi?

I senatori democratici hanno richiesto un'indagine sulla Federal Aviation Administration (FAA) riguardante le attività di…

43 minuti ago