Il DDL Sicurezza, fortemente voluto dal governo di Giorgia Meloni, sta generando un ampio dibattito politico e sociale in Italia. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato hanno approvato l’articolo 31 di questo provvedimento, che introduce modifiche significative al sistema dei servizi segreti italiani e ai poteri delle forze di polizia. Questo articolo ha suscitato accese critiche, non solo da parte delle opposizioni, ma anche di esperti e associazioni per i diritti civili, preoccupati per le implicazioni sulla privacy e sulle libertà fondamentali.
Maggiori poteri per i servizi segreti
L’articolo 31, intitolato “Disposizioni per il potenziamento dell’attività di informazione per la sicurezza”, prevede modifiche alla legge del 2007 che aveva già riformato il sistema dei servizi segreti civili e militari. In sostanza, il nuovo provvedimento conferirebbe un potere ampliato all’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e all’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), consentendo loro di ottenere informazioni riservate dalle pubbliche amministrazioni e dalle società a partecipazione pubblica. Le principali novità includono:
- Obbligo di collaborazione: Le pubbliche amministrazioni sono obbligate a fornire supporto e collaborazione al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) e ai servizi segreti.
- Accesso a dati sensibili: Il DIS, l’AISE e l’AISI possono stipulare convenzioni con università e enti di ricerca per ottenere informazioni, sollevando interrogativi sulla protezione della privacy.
- Rischio di accesso indiscriminato: La norma potrebbe permettere un accesso indiscriminato a dati sensibili, riguardanti studenti, pazienti e dipendenti pubblici.
Critiche e preoccupazioni
Le opposizioni hanno immediatamente sollevato il campanello d’allarme riguardo ai rischi di abusi derivanti dall’indeterminatezza della norma. Roberto Scarpinato, ex magistrato antimafia e senatore per il Movimento 5 Stelle, ha denunciato che la vaghezza dell’articolo 31 potrebbe consentire ai servizi segreti di accedere a informazioni riservate su soggetti vulnerabili. Le preoccupazioni aumentano a causa della mancanza di garanzie concrete per la tutela della privacy, lasciando aperta la possibilità di violazioni sistematiche dei diritti individuali.
Inoltre, l’articolo 31 introduce la possibilità di rendere permanenti alcune disposizioni transitorie risalenti al 2015, riguardanti le “condotte scriminabili”. Questo significa che i membri dei servizi segreti potrebbero avere non solo il permesso di compiere atti normalmente considerati reati, ma anche di dirigere operazioni che potrebbero includere infiltrazioni in associazioni sovversive. Questa potenzialità di “licenza criminale” ha suscitato preoccupazioni tra i familiari delle vittime di attacchi terroristici e stragi.
Una sorveglianza di massa?
Le critiche non si limitano alla questione della privacy. Alcuni parlamentari avvertono che l’ampliamento dei poteri dei servizi segreti potrebbe portare a una vera e propria schedatura di massa dei cittadini. Riferimenti all’Ovra, la polizia politica del regime fascista, sono emersi nel dibattito, evocando immagini di un controllo sociale esteso e oppressivo. La mancanza di un rafforzamento del COPASIR, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha ulteriormente alimentato queste preoccupazioni.
Difese del governo
Dall’altra parte, il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno respinto le accuse, sostenendo che le misure proposte sono necessarie per rafforzare la sicurezza nazionale in un contesto globale sempre più complesso. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha affermato che non vede alcun rischio nelle disposizioni contenute nell’articolo 31 e ha invitato le opposizioni ad accettare il provvedimento. Questa posizione riflette una crescente tensione tra la necessità di garantire la sicurezza pubblica e la protezione dei diritti civili.
Il DDL Sicurezza rappresenta un punto di svolta nel panorama politico italiano, evidenziando le differenti visioni riguardo al bilanciamento tra sicurezza e libertà. Mentre il governo insiste sulla necessità di potenziare i servizi segreti in un contesto di crescente minaccia terroristica e criminalità organizzata, le opposizioni e vari gruppi civili avvertono che un eccessivo potere ai servizi segreti potrebbe minacciare le fondamenta stesse della democrazia. Il dibattito è destinato a intensificarsi nei prossimi mesi, con il DDL che dovrà passare attraverso ulteriori fasi legislative, ma già ora è evidente che il tema della sicurezza sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel discorso politico italiano.