Figli d’Italia, Rampelli: “I nomi non sono pietre, inchiniamo le bandiere e portiamoli con noi”
De Priamo (Fdi): “Serve sforzo per capire chi ha armato i ragazzi negli anni ’70 e il perché”
Politica (Roma).
Si è rinnovato l’appuntamento con “Figli d’Italia” al Cimitero Monumentale di Roma al Verano. Un cammino nella memoria passando fra i protagonisti del Risorgimento, i morti degli anni di piombo, e i caduti delle guerre. Deposte corone alla memoria di Goffredo Mameli, Stefano Recchioni e nel Sacrari dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. “I nomi non sono pietre, né quelli dei deportati ebrei, né i dissidenti internati sovietici e cinesi. Inchiniamo le bandiere e portiamoli con noi” le parole del vice presidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli. “Una passeggiata nella storia d’Italia, fra drammi e tragedie, compresi i ragazzi degli anni ’70 messi l’uno contro l’altro e uccisi senza giustizia e verità. Andrebbe fatto uno sforzo per capire chi li ha armati e non si è impedito che si scontrassero. Diamo una giustizia storica, non avendo quella dei tribunali”, le parole di Andrea De Priamo senatore di Fratelli d’Italia. (Pasquale Luigi Pellicone/alanews)
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