Il licenziamento di Elena Maraga, educatrice e modella di OnlyFans, solleva interrogativi sulla libertà personale e autonomia femminile. Secondo Matteo Hallissey, presidente di Più Europa, si tratta di un caso di moralismo ipocrita che discrimina anziché educare
Il licenziamento di Elena Maraga, educatrice e modella su OnlyFans, ha acceso un acceso dibattito in Italia, rivelando una delle questioni più controverse del nostro tempo: la libertà personale e la discriminazione di genere in ambito lavorativo. Questo caso ha attirato l’attenzione non solo dei media, ma anche di esponenti politici e attivisti per i diritti civili. Il presidente di +Europa, Matteo Hallissey, ha definito la vicenda di Maraga un esempio lampante di moralismo ipocrita.
Un caso emblematico di discriminazione
Elena Maraga non è stata licenziata per inadempienze professionali; i suoi superiori hanno riconosciuto la sua competenza come educatrice. Tuttavia, la sua attività su OnlyFans, una piattaforma per la condivisione di contenuti per adulti, è stata vista come un’infrazione a un tabù sociale. Hallissey ha sottolineato che la reazione della scuola, che ha optato per il licenziamento senza un dialogo aperto, rappresenta una forma di discriminazione travestita da tutela educativa.
La libertà di essere se stessi
La storia di Elena non è isolata. In un mondo in cui il sessismo e la discriminazione sono ancora radicati, la scelta di una donna di utilizzare il proprio corpo come strumento di guadagno viene spesso stigmatizzata. Diverse ricerche, tra cui un report dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, evidenziano come le donne siano frequentemente penalizzate per le loro scelte personali, mentre gli uomini godono di una maggiore libertà in contesti simili.