Mark Violets, la versione del giornalista accusato dell’attentato a Trump: “Sono sgomento”

Mark Violets, la versione del giornalista accusato dell’attentato a Trump: “Sono sgomento”

“Non puoi mettere il mostro in prima pagina perché lo leggi sui social, querelo tutti”

POLITICA (roma). “Sono stato svegliato alle 2 di notte, svegliato pienamente dalle notifiche che ricevevo su Instagram e su Twitter. Non ho capito inizialmente cosa stesse succedendo, così sono andato poi al PC e ho visto che ci sono gli account che mi prendono di mira nel 2018, ovvero questo Mousolinho, che prendono di Mila a me, la mia famiglia, dal 2018, e io denunciando anche questi fatti nel 2021, praticamente avevano diffuso la falsa notizia e io anche lo screenshot, perché poi l’ho recuperato prima che si cancellasse l’account, perché praticamente l’ho recuperato tramite la rete che qualcuno aveva fatto lo screenshot. Questi sono tutti account Twitter che si possono benissimo vedere e che ho segnalato anche alla Procura di Roma perché ho denunciato questi fatti. Purtroppo ancora non abbiamo ricevuto delle notizie perché io ho denunciato sia nel 2021 che nel 2023. Sono stato anche pedinato, sono venuti anche sotto la mia abitazione questi personaggi perché lo so, perché hanno postato i video della mia abitazione, il mio citofono, le foto del mio citofono, le foto del mio posto macchina. È una persecuzione, è stalking, è diffamazione perché io sono un giornalista che ho un sito internet sulla Roma. La novità è che i media americani hanno potuto riprendere questa notizia totalmente fatta e infondata. Io mi trovo a casa a Roma, nella notte vedo il ceffetto cellulare squillare, vedo delle notifiche di americani che mi insultano. Ho detto ma che è successo? Verifica niente. Loro hanno preso un soligno come la fonte primaria. Perché? Perché ha 14 mila follower, perché non so per quale motivo. Io sono un giornalista pubblicista, la prima regola è quella di verificare la notizia. Non puoi mettere il mostro in prima pagina perché lo leggi su Twitter o lo leggi su Instagram o lo leggi sui social”. Così il giornalista romanista Marco Violi contattato telefonicamente (Stefano Chianese/alanews)

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