MO, Di Segni: “Impegno per la pace non può essere ingenuo appello a due Stati e due popoli”
“Pretendere dai leader religiosi che estremismo non sia strumento di guerra”
POLITICA (Roma). “Bisogna capire cosa sta succedendo. I promotori siamo noi e ci prendiamo la responsabilità di capire che su questa piazza noi non siamo quelli da compatire e ascoltare, questa è una responsabilità collettiva, dobbiamo unirci con tutte le forze politiche. Questo è molto importante. La religione ha il suo valore e la sua bellezza e appartiene alla sfera intima e comunitaria, noi dobbiamo pretendere dai nostri leader religiosi che la religione non si trasformi in nessun modo in uno strumento di guerra, violenza contro le donne anche. Israele è un luogo dove convivono tutte le fedi. Un impegno veramente per la pace non può essere un appello ingenuo a due Stati e due popoli. Deve essere un appello anzitutto a riconoscere l’altro, di essere un popolo degno di esistere e di difendersi. Non si devono mettere tutti sullo stesso piano, terroristi e chi si difende dicendo basta smettete tutti”. Così Noemi Di Segni, presidente Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. (Marco Vesperini/alanews)
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