Osaka, 14 aprile – Il ministro degli Esteri ha dichiarato che le spese per la sicurezza riguardano anche le infrastrutture e i trasporti, essenziali per la protezione dei cittadini
Il recente impegno dell’Italia a destinare il 2% del prodotto interno lordo (Pil) alla difesa rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della sicurezza collettiva in Europa. Durante una conferenza stampa a Osaka, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha discusso le sfide attuali e future della sicurezza europea, sottolineando l’importanza di un’alleanza solida all’interno della NATO. Questo obiettivo, stabilito dai membri della NATO, non è solo una questione di rispetto degli impegni assunti, ma una necessità strategica per garantire la stabilità dell’Europa in un panorama geopolitico complesso.
Il Ruolo dell’Europa nella NATO
In un contesto caratterizzato da tensioni internazionali, Tajani ha affermato che “l’Europa deve rinforzare il suo pilastro all’interno della NATO”. La forza del pilastro americano è indiscutibile, ma è fondamentale che l’Europa assuma un ruolo proattivo nella difesa dei propri interessi e valori. La necessità di rafforzare la presenza e la capacità operativa della NATO è più attuale che mai, e l’Italia non può rimanere indifferente a questa sfida.
Un approccio olistico alla spesa per la difesa
Tajani ha anche messo in evidenza che le spese per la difesa non devono essere interpretate esclusivamente come investimenti in armamenti. “Le spese per la sicurezza non sono solo spese per comprare bombe e cannoni, ma sono investimenti in infrastrutture e trasporti”, ha spiegato. Questo approccio olistico è fondamentale per garantire una vita più sicura e stabile per tutti i cittadini, evidenziando come le risorse siano destinate a garantire servizi essenziali.
Crosetto: “Non abbiamo investimenti adeguati per per garantire la difesa dell’Italia nei prossimi anni come sarebbe necessario”
Oltre a Tajani, anche Guido Crosetto ha affrontato la questione di recente. Secondo il ministro della Difesa, il target del 2% del prodotto interno lordo (PIL) destinato alla difesa non deve essere visto come un traguardo finale, ma piuttosto come un punto di partenza per garantire la sicurezza del Paese. Crosetto ha evidenziato che l’Italia si trova in una situazione difficile: “Non abbiamo né risorse né scorte né investimenti adeguati per garantire la difesa del nostro Paese nei prossimi anni come sarebbe necessario.” Questa mancanza di preparazione non riguarda solo il budget, ma richiede un intervento normativo per ristrutturare il settore della difesa e migliorare l’efficacia delle forze armate italiane. Crosetto ha affermato che “serve un’accelerazione” per affrontare le sfide future e garantire che il Paese possa rispondere a qualsiasi minaccia.
Il valore del partenariato con gli Stati Uniti
Nel suo discorso, Crosetto ha sottolineato l’importanza del partenariato con gli Stati Uniti, un elemento cruciale per la strategia di difesa italiana. L’Italia è stata il primo Paese al di fuori degli Stati Uniti a produrre gli F-35, dimostrando così la propria capacità industriale. Il ministro ha affermato che il nostro Paese non solo acquista tecnologia americana, ma beneficia anche di ritorni economici e industriali superiori rispetto all’investimento effettuato. “Siamo l’unico Paese al mondo in cui verranno formati piloti, poiché gli Stati Uniti non possono gestire tutto da soli,” ha aggiunto, evidenziando l’importanza della cooperazione internazionale.
L’importanza della strategia europea
Un altro punto cruciale sollevato dal ministro riguarda il ruolo dell’Europa nei negoziati relativi alla crisi ucraina. Crosetto ha sostenuto che sarebbe giusto che l’Unione Europea fosse presente al tavolo delle trattative, poiché le decisioni prese influenzeranno direttamente il futuro del continente. Tuttavia, per garantire un’efficace partecipazione europea, è indispensabile l’assistenza americana. Questa affermazione sottolinea la necessità di una strategia comune europea in materia di difesa, in un momento in cui la sicurezza collettiva è più che mai a rischio.