La premier Giorgia Meloni | Instagram @giorgiameloni - alanews.it
I dati ufficiali, fermi ad agosto 2024, parlando di una media che si aggira attorno ai cinque viaggi internazionali, più elevata rispetto a quella che ha caratterizzato i governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi
Da quando ha giurato come presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha percorso migliaia di chilometri in giro per il mondo. In meno di due anni – da novembre 2022 ad agosto 2024 – ha effettuato 114 viaggi istituzionali, una media di oltre cinque al mese. Una frequenza mai vista nei governi recenti. Ma da otto mesi, di questi viaggi non si sa più nulla: il sito ufficiale di Palazzo Chigi, che per legge dovrebbe aggiornare regolarmente i resoconti, è fermo all’estate del 2024.
Fino ad agosto 2024, Meloni ha speso 767.367 euro per le sue trasferte ufficiali. Di questi, 568.864 euro sono stati destinati a vitto e alloggio per lei e la sua ampia delegazione: in media oltre 14 persone per viaggio, più del doppio di quelle che accompagnavano Mario Draghi, fermo a una media di sette. Il costo medio per trasferta è di circa 6.700 euro, una cifra che, paragonata al passato, appare sì alta, ma in linea con l’intensità dell’attività diplomatica.
A titolo di confronto, Mario Draghi nei suoi 21 mesi di governo (febbraio 2021 – ottobre 2022) ha speso circa 762mila euro per 92 viaggi, una media di quasi 8.300 euro a viaggio, complice anche la pandemia nei primi mesi di mandato. Il primo governo Conte, in quindici mesi, aveva speso oltre un milione di euro per 86 viaggi, cioè 12.400 euro in media per trasferta, anche per via di eventi eccezionali come la conferenza sulla Libia del novembre 2018.
Il punto più critico dell’attuale gestione, però, non è tanto la spesa, quanto la mancanza di trasparenza. L’ultima missione registrata sul sito del governo risale all’agosto 2024. Da allora – pur in presenza di summit internazionali, incontri bilaterali e viaggi documentati da media e social – non c’è stato nessun aggiornamento ufficiale sul sito di Palazzo Chigi. Un vuoto informativo che contrasta con le regole fissate dal governo Monti nel 2013: i titolari di incarichi politici devono pubblicare periodicamente, e in modo accessibile, le informazioni sulle spese sostenute per viaggi istituzionali.
Non si tratta di un caso isolato: già a settembre 2023 si era registrato un ritardo di cinque mesi nella pubblicazione dei dati.
Sebbene non si conoscano i dettagli delle ultime missioni, dai dati ufficiali disponibili emerge una fitta attività diplomatica: 18 viaggi in Belgio, 7 negli Stati Uniti, 4 in Francia, Libia e Tunisia, 3 in Egitto, Regno Unito, Emirati Arabi e Vaticano, e almeno una visita in 32 Paesi, da Cina e Brasile a Iraq, Indonesia e Qatar. Un’agenda fitta, che testimonia la volontà della premier di rafforzare la presenza internazionale dell’Italia. Ma che, proprio per questo, meriterebbe un maggiore sforzo di trasparenza verso i cittadini.
Se Meloni ha mantenuto la sua media di 5,2 viaggi al mese anche dopo agosto 2024, è plausibile che oggi abbia superato la soglia simbolica del milione di euro spesi in trasferte, con quasi 750mila euro solo in vitto e alloggio. Ma al momento non è possibile verificarlo.
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