Salone del Libro, Lagioia: “Problema era diventato simbolico, serviva risposta politica”
Il direttore artistico: “Apologia di fascismo e razzismo sono reati, non idee”
POLITICA (Torino). “Ci sono persone che la pensano in modo diverso dal Salone del Libro ed è giusto che sia così. C’è però un limite: l’apologia di fascismo e l’odio razziale, che sono reati e vanno messi fuori dalla nostra comunità, non dei libri ma del Salone – così Nicola Lagioia, il direttore artistico del Salone del Libro nel giorno dell’inaugurazione – Il problema era diventato simbolico, enorme. Nel momento in cui una sopravvissuta ad Auschwitz ha preso posizione ha spostato la polemica da culturale, che configgeva con la contrattuale, a simbolica, per cui ha richiesto una risposta politica. Tutto è scoppiato da titoli di giornale sbagliati, cioè che si sarebbe presentato qui il libro di Matteo Salvini, poi è stato corretto ma ormai la rete aveva recepito quella notizia lì” ha detto il direttore. (Sara Iacomussi/alanews)
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