Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier italiano, ha recentemente espresso critiche incisive nei confronti dell’Unione Europea durante la decima edizione della scuola politica del suo partito, che si tiene a Roma. Secondo Salvini, l’Ue è diventata un “club” esclusivo in cui alcuni membri, quelli con “tessera gold“, si comportano come se avessero diritto a privilegi speciali, mentre gli altri sono costretti a rispettare regole più rigide. Questa metafora serve a sottolineare un sentimento di ingiustizia e disuguaglianza che il leader leghista percepisce all’interno delle istituzioni europee.
Un’Europa di Stati sovrani
Nel corso del suo intervento, Salvini ha sottolineato l’importanza di un’Europa che non si limiti a essere una burocrazia distante, ma che torni a essere una comunità di stati sovrani, tutti uguali nei diritti e nei doveri. Questa visione si distacca nettamente dall’attuale approccio che, secondo lui, privilegia alcuni Paesi a scapito di altri. “Non sono anti-Europa, ma sono pro-giustizia”, ha affermato, evidenziando la sua posizione a favore di un’Unione più equa e inclusiva.
Uno dei temi centrali del suo discorso è stata la missione della premier Giorgia Meloni a Washington, dove il governo italiano si propone di fungere da ponte tra l’Europa e gli Stati Uniti. Salvini ha elogiato questa iniziativa, sottolineando che è fondamentale per evitare che si inneschino guerre commerciali che potrebbero danneggiare gravemente l’Italia e gli altri Paesi europei. “Nessuno deve alimentare conflitti che ci vedrebbero soccombere”, ha detto, richiamando l’attenzione sulla necessità di un dialogo costruttivo tra le potenze mondiali.
La necessità di unità nelle trattative commerciali
Secondo il vicepremier, l’Europa dovrebbe adottare una posizione unitaria nelle trattative commerciali, evitando che i Paesi membri si muovano in ordine sparso. Ha citato come esempio il recente incontro tra il premier spagnolo Pedro Sánchez e il presidente cinese Xi Jinping, evidenziando la necessità di una strategia comune per affrontare le sfide globali. “Dobbiamo trattare tutti insieme”, ha insistito, sottolineando che le divisioni interne non fanno altro che avvantaggiare i concorrenti.
Salvini ha anche messo in discussione l’attuale narrativa europea riguardo ai pericoli globali, affermando che Bruxelles sembra aver perso di vista la realtà. “Adesso, secondo l’Ue, il pericolo e la minaccia vengono da Washington, poi verranno da Pechino e Gerusalemme”, ha commentato. Questa affermazione evidenzia la sua opinione che l’Unione Europea non stia affrontando adeguatamente le minacce reali ai suoi interessi economici e politici.
Critiche alla burocrazia europea
Un altro punto cruciale del suo intervento riguarda la questione della sicurezza e della difesa. Salvini ha criticato il passaggio da un piano di riarmo europeo a una strategia di “prontezza” per il 2030, definendolo un ossimoro. “Se stiamo spendendo ora in armi, come possiamo aspettarci di essere pronti per il 2030?”, ha chiesto retoricamente, evidenziando l’inefficienza di una pianificazione che sembra ignorare l’urgenza dei problemi attuali.
In merito alle politiche di dazi e contro-dazi, Salvini ha ribadito la necessità di proteggere i posti di lavoro e gli imprenditori italiani, affermando che le guerre commerciali non sono la soluzione. “La nostra priorità deve essere quella di garantire sicurezza economica, non di alimentare conflitti”, ha dichiarato. Questa posizione è in linea con la sua visione di un’Europa che si concentri sul benessere dei propri cittadini piuttosto che su strategie economiche aggressive.
Salvini ha infine espresso la sua intenzione di incontrare il vicepresidente americano Kamala Harris durante la sua visita in Italia, per discutere di questioni cruciali come la cooperazione transatlantica e le sfide globali. “Spero che questo incontro possa portare a un dialogo costruttivo”, ha detto, sottolineando l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione con gli Stati Uniti.
Il discorso di Salvini si inserisce in un contesto più ampio di rinnovato dibattito sull’identità e il futuro dell’Unione Europea. Mentre alcuni leader europei spingono per una maggiore integrazione e un’unione più forte, altri, come Salvini, richiedono un ritorno a un modello più sobrio e rispettoso delle sovranità nazionali. Questo dibattito è destinato a intensificarsi, specialmente alla luce delle sfide geopolitiche ed economiche che l’Europa si trova ad affrontare nel 2025.