VERONA, 7 APR – Oggi il Consiglio Ue potrebbe decidere di reintrodurre dei dazi su una serie di prodotti americani. C’è consenso europeo per evitare approcci isolati. Il ministro Tajani avverte: “Escludere il whisky per tutelare il vino”
Durante il prestigioso evento di Vinitaly a Verona, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sollevato una questione cruciale per il settore agricolo europeo, in particolare per l’industria vinicola italiana. In un collegamento diretto da Lussemburgo, Tajani ha rivelato che oggi il Consiglio dell’Unione Europea si riunirà per discutere la possibile reintroduzione di dazi su un elenco di prodotti americani, una misura che potrebbe avere ripercussioni significative sul mercato vinicolo europeo.
Le preoccupazioni del settore vinicolo
Tajani ha evidenziato come l’inclusione del whisky nella lista dei prodotti soggetti a nuovi dazi potrebbe comportare ulteriori costi per i produttori di vino, già messi a dura prova dalla concorrenza internazionale. “Se il whisky viene escluso, il vino italiano potrebbe affrontare un ulteriore aumento dei dazi, rendendo i nostri prodotti meno competitivi sui mercati esteri”, ha affermato il ministro, sottolineando l’importanza di mantenere una posizione unitaria a livello europeo piuttosto che lasciare che ogni nazione agisca autonomamente.
Questa posizione rispecchia una crescente preoccupazione tra i viticoltori italiani, che vedono nel vino non solo un simbolo della cultura e della tradizione italiana, ma anche una fonte vitale di reddito per migliaia di famiglie e aziende in tutto il paese. L’industria vinicola italiana è una delle più importanti al mondo e la sua salute economica è fondamentale per l’intera economia nazionale. Gli esperti del settore affermano che la rimozione dei dazi sul whisky potrebbe portare a una distorsione del mercato, favorendo le esportazioni di whisky a scapito del vino europeo.
L’importanza dell’unità europea
Inoltre, il ministro ha sottolineato l’importanza di un approccio coordinato tra gli Stati membri dell’UE per affrontare la questione. Una mancanza di unità potrebbe portare a una competizione dannosa tra diversi paesi europei, ognuno dei quali potrebbe cercare di negoziare le proprie condizioni, indebolendo la posizione complessiva dell’Unione nelle trattative con gli Stati Uniti.