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Valditara e le nuove indicazioni scolastiche: questionario senza critiche ammesse

Il 20 marzo 2025, il Ministero dell’Istruzione, sotto la guida del Ministro Giuseppe Valditara, ha comunicato ai dirigenti scolastici delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo l’invito a partecipare a un questionario sulle nuove indicazioni nazionali previste per il 2026-2027. Queste indicazioni, che sostituiscono i precedenti programmi scolastici, non hanno valore prescrittivo, ma si pongono come linee guida per l’insegnamento. Tuttavia, le prime anticipazioni hanno già sollevato critiche da parte di esperti del settore educativo.

Struttura del questionario

Il questionario, accessibile dal 21 marzo al 10 aprile, è composto da domande a risposta multipla che si concentrano sulla chiarezza e sulla struttura del documento, nonché sull’“approccio” adottato per ciascuna materia. Un aspetto preoccupante è che non è prevista alcuna possibilità di esprimere un parere negativo. Questo ha fatto sorgere timori tra gli insegnanti, i quali temono che il questionario possa essere utilizzato dal Ministero per giustificare l’accoglienza positiva delle nuove indicazioni. La risposta più critica disponibile consiste nel qualificare l’approccio metodologico come “innovativo”, senza dare spazio a valutazioni più articolate.

Critiche e preoccupazioni

Nei giorni successivi all’invio della nota, molti insegnanti hanno manifestato il timore che il questionario fosse un mero esercizio di facciata. La limitazione di 1.000 caratteri per osservazioni e suggerimenti è stata vista come insufficiente per esprimere valutazioni approfondite. Il cambiamento da 250 a 1.000 caratteri è stato considerato da alcuni come un tentativo tardivo di ampliare lo spazio per il feedback, ma non sufficiente a risolvere le problematiche di fondo.

Cristiano Corsini, professore di Pedagogia all’Università di Roma Tre, ha criticato pubblicamente il questionario, evidenziando la sua carenza di validità e il fatto che non sembra mirato a raccogliere opinioni informate da chi lavora nelle scuole. Anche il CRESPI (Centro interuniversitario per la ricerca educativa sulla professionalità dell’insegnante) ha espresso preoccupazioni, affermando che la consultazione dovrebbe essere un’opportunità per valutare le novità da introdurre nella scuola.

Novità delle indicazioni nazionali

Le nuove indicazioni nazionali presentano un’impronta tradizionalista e includono diverse novità, tra cui:

  1. Introduzione del latino negli ultimi due anni delle medie.
  2. Uso di testi classici, come la Bibbia e l’Iliade, per l’insegnamento della storia nella scuola primaria.
  3. Ritorno alla calligrafia e all’insegnamento del corsivo.

Valditara sostiene che il latino non solo offre una palestra per il pensiero logico, ma aiuta anche a comprendere meglio la lingua italiana. Inoltre, le nuove indicazioni propongono un approccio focalizzato sulla storia occidentale, con particolare attenzione alle civiltà greche e romane e all’impatto del Cristianesimo.

In parallelo, il Ministero punta a rinnovare l’approccio alla formazione professionale, con un’attenzione particolare ai percorsi di alternanza scuola-lavoro, ora ribattezzati “Formazione scuola-lavoro”. Le iscrizioni a questi percorsi sono aumentate significativamente, suggerendo un crescente interesse per questo tipo di formazione.

Infine, l’integrazione delle nuove tecnologie nell’insegnamento è un tema centrale nella proposta di Valditara. L’intelligenza artificiale, ad esempio, potrebbe arricchire l’insegnamento della lingua e della letteratura. Tuttavia, resta da vedere come queste innovazioni verranno implementate nel contesto delle nuove indicazioni nazionali.

Il documento delle nuove indicazioni nazionali, redatto sotto la guida della professoressa Loredana Perla, sarà oggetto di una consultazione pubblica con l’obiettivo di avviare il nuovo curriculum nel 2026-2027, segnando un’importante evoluzione dell’istruzione italiana a distanza di quindici anni dall’ultimo restyling.

Redazione

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