L’assessore alle Politiche Sociali: “Protesta andrebbe fatta in Francia visti i respingimenti”
POLITICA (Ventimiglia). “Sarà un 14 luglio un po movimentato. Non è il 14 luglio che ci aspettavamo e che la maggior parte della cittadinanza voleva. Per di più cadendo di sabato è una giornata in cui cè molta aspettativa di lavoro, attività principale sulla quale si basa Ventimiglia. La manifestazione ha creato e crea disagio. Pur condividendo le finalità della manifestazione, la notizia del corteo disincentiva le persone a venire. Il messaggio di accoglienza la città lo ha dato, non si tratta di business. La giornata del 14 era una giornata per lavorare meglio e i diritti dei lavoratori devono essere rispettati. Rispetto al problema migranti abbiamo una presenza al campo Roja ma non più lungo il fiume. Abbiamo una presenza costante di minori non accompagnati che vengono accolti nelle strutture idonee. Situazione di emergenza è passata. La politica nazionale può creare emergenza se taglia i fondi e se poi non rispetta le regole minime per salvare e portare ristoro ai migranti. Il sentimento dellamministrazione locale è quello di non avere il potere di gestire il fenomeno con più risorse e avere un potere che spetta a livello centrale. Noi tentiamo di gestire la quotidianità e questo è più difficile. Non cè nessun rapporto con i francesi visti i continui respingimenti. Quello che registriamo è la presenza di associazioni che operano sulla stessa lunghezza donda di quelle italiane. La Francia non ci ha mai dato una mano. Avrebbe avuto più senso la manifestazione oltre il confine perché è la Francia che crea problemi alla città di Ventimiglia. Non partecipando non è che siamo contro allaccoglienza”. Così l’assessore alle Politiche Sociali, del Comune di Ventimiglia, cittadina interessata da una marcia pro-migranti prevista per sabato 14 luglio. (Niccolò Lupone/alanews)
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