Un sismografo | Photo by Z22 licensed under CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en) - Alanews.it
Secondo le stime dell’US Geological Survey, che ha diramato un’allerta rossa per vittime e danni dopo il sisma di magnitudo 7,7 in Myanmar, l’impatto del terremoto potrebbe risultare devastante, con una previsione di migliaia di morti e danni ingenti alle infrastrutture
Un potente terremoto ha colpito il Myanmar, con una magnitudo di 7.7, rendendolo 300 volte più forte rispetto al devastante sisma di Amatrice del 2016, che aveva una magnitudo di 6.0. Questo evento sismico è anche otto volte più forte rispetto al terremoto del 1908 a Messina (magnitudo 7.1), uno dei più distruttivi mai registrati in Italia. Secondo le stime dell’US Geological Survey (USGS), che ha diramato un’allerta rossa per vittime e danni dopo il sisma di magnitudo 7,7 in Myanmar, l’impatto del terremoto potrebbe risultare devastante, con una previsione di migliaia di morti e danni ingenti alle infrastrutture. Sul suo sito web si legge che “è probabile che si verifichino numerose vittime e danni ingenti e che il disastro sia molto diffuso”. L’agenzia afferma che “è probabile che si verifichino migliaia di decessi”. Lo riporta Sky News.
Il terremoto è avvenuto alle 07:20 ora italiana, seguito da un’altra scossa significativa di magnitudo 6.4 a soli 12 minuti di distanza. L’epicentro è stato localizzato a poche decine di chilometri dalla città di Mandalay, che conta circa un milione di abitanti. Quest’area è nota per la sua elevata sismicità, trovandosi lungo la catena montuosa dell’Himalaya, dove si verifica una continua interazione tra le placche tettoniche indiana e asiatica, che si muovono di circa 5 centimetri l’anno.
Salvatore Stramondo, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha sottolineato l’assenza di rischi tsunami, poiché il sisma si è verificato a circa 300 chilometri dalla costa. Lo ha detto spiegandolo all’Ansa. Tuttavia, ha avvertito che le forti scosse in aree montuose possono attivare frane e causare liquefazione del terreno, fenomeno in cui il suolo perde coesione e inizia a comportarsi come un fluido. Questo rappresenta un serio rischio per la stabilità delle infrastrutture.
Dopo il terremoto, l’USGS ha diramato un’allerta rossa, segnalando che il numero di vittime e danni sarà probabilmente molto elevato. Le prime stime parlano di almeno 25 morti accertati, ma ci sono timori che il numero reale possa essere significativamente più alto. Dieci di queste vittime sono state confermate a seguito del crollo di una moschea a Mandalay. Secondo i rapporti della Xinhua, molte strutture nella regione hanno subito crolli e diversi collegamenti stradali tra Mandalay e la capitale ex capitale Rangoon sono stati compromessi.
La Croce Rossa ha espresso preoccupazione per lo stato delle infrastrutture pubbliche, che hanno subito danni considerevoli. Marie Manrique, coordinatrice del programma per la Federazione Internazionale della Croce Rossa, ha dichiarato che si temono danni alle dighe su larga scala, cruciali per la sicurezza della regione.
Tutti gli operatori e le operatrici di Kmss, Caritas Myanmar, “sono al sicuro, ma alcune delle case dove vivono, nella diocesi di Mandalay, sono crollate. Le telecomunicazioni sono limitate. Il direttore della diocesi di Mandalay ha riferito che molte persone nella città sono ancora disperse. Si temono migliaia di vittime. È impossibile contattare i propri familiari a causa dell’interruzione delle comunicazioni”. Lo riferisce Caritas, aggiungendo che gli uffici nazionali di Kmss hanno attivato l’apposito team per la valutazione rapida dei bisogni.
Le testimonianze degli abitanti delle città più colpite, come Sagaing e Mandalay, raccontano di una situazione drammatica. “Sta crollando tutto”, sono state alcune delle grida udite da chi ha vissuto il sisma. La richiesta di soccorsi è stata immediata, ma le condizioni delle strade e dei sistemi di comunicazione hanno reso le operazioni di salvataggio estremamente difficili. Le immagini diffuse dai media mostrano persone che fuggono da edifici pubblici e ospedali, in preda al panico, mentre le autorità locali cercano di mantenere la calma.
Il Bangkok Post ha riportato il racconto di un medico dell’ospedale di Naypytaw, anch’esso danneggiato, che ha descritto un flusso continuo di feriti. “Non avevo mai visto niente di simile prima,” ha dichiarato, sottolineando l’impatto devastante che il terremoto ha avuto sulla popolazione.
Il terremoto è stato avvertito anche nei paesi limitrofi, come Laos e Vietnam. A Vientiane, capitale del Laos, gli edifici hanno tremato, e i residenti hanno riferito di forti oscillazioni, soprattutto nei grattacieli. Anche in Vietnam, le scosse sono state avvertite in diverse città, inclusa Hanoi e Ho Chi Minh City, con residenti che hanno descritto momenti di paura e confusione.
In Cina, nella provincia dello Yunnan, si sono registrati danni alle abitazioni e alcuni feriti. Le autorità locali hanno attivato le squadre di soccorso e si stanno svolgendo attività di verifica e monitoraggio per valutare l’impatto del terremoto. Gli esperti locali hanno avvertito che le scosse di assestamento potrebbero continuare per giorni, rendendo la situazione ancora più precaria per le comunità coinvolte.
Gli esperti prevedono che il territorio possa continuare a subire scosse di assestamento che potrebbero complicare ulteriormente le operazioni di soccorso. Stramondo ha evidenziato che un terremoto di questa magnitudo è spesso seguito da centinaia di scosse successive, man mano decrescenti, che possono persistere per lungo tempo.
Il monitoraggio della situazione e la risposta delle autorità locali e internazionali saranno cruciali nei prossimi giorni e settimane, mentre si cerca di fornire aiuti e supporto alle popolazioni colpite. Le organizzazioni umanitarie stanno già mobilitando risorse per affrontare questa emergenza, cercando di garantire che le necessità primarie siano soddisfatte e che si lavori per la ricostruzione delle aree devastate.
In un contesto già difficile come quello del Myanmar, segnato da tensioni politiche e sociali, il terremoto rappresenta un ulteriore colpo per le comunità locali, che ora devono affrontare la sfida di ricostruire le loro vite e le loro case.
Tramite una nota, Medici Senza Frontiere ha dichiarato che le sue équipe sono pronte a intervenire su larga scala in Myanmar e nelle aree circostanti per rispondere ai bisogni delle comunità colpite. I team dell’organizzazione sono attualmente in attesa che le autorità facilitino un accesso rapido e senza ostacoli per valutare la situazione e fornire assistenza medica. “Alla luce dell’entità e dell’intensità del terremoto, l’impatto sulla popolazione potrebbe essere devastante, in particolare per coloro che sono feriti e hanno bisogno di cure mediche salvavita urgenti. MSF è inoltre preoccupata per coloro che si ritroveranno in condizioni di vulnerabilità perché non avranno più un riparo, accesso all’assistenza sanitaria nonché accesso all’acqua potabile, fondamentale per controllare la possibile diffusione di malattie”. Nelle prime ore dopo un terremoto è fondamentale poter inviare team per valutare la situazione, intervenire dal punto di vista medico-chirurgico e fornire cure salvavita alle persone ferite. Per una risposta efficace – ricorda Msf – è essenziale avere un accesso rapido alle aree colpite e ricevere l’approvazione per forniture e personale. Tutti i team di MSF che lavorano in Myanmar e in Thailandia – conclude – sono stati rintracciati e sono al sicuro.
Nel frattempo, Rosario Valastro, il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, ha dichiarato che l’organizzazione di volontariato che rappresenta ha “la disponibilità di un ospedale da campo” e “se chiamati a partire, lo faremo al più presto”.
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