Roma, 15 aprile – Le mutilazioni genitali femminili sono una grave forma di violenza e discriminazione di genere, secondo uno studio dell’OMS. Circa 230 milioni di donne e ragazze sono interessate. Tali procedure causano molteplici problemi di salute, tra cui depressione e complicanze durante il parto, con ripercussioni anche sui neonati. È fondamentale garantire assistenza sanitaria e coinvolgere le comunità nella prevenzione
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) rappresentano una grave violazione dei diritti umani e una forma di violenza di genere che causa conseguenze sanitarie devastanti per le donne. Un recente studio pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) e dal programma delle Nazioni Unite sulla salute sessuale e riproduttiva, riportato su BMC Public Health, mette in luce l’ampiezza e la gravità di questo problema globale. Con circa 230 milioni di donne e ragazze nel mondo che hanno subito tali pratiche, è fondamentale comprendere non solo i rischi immediati, ma anche i danni a lungo termine sulla salute.
Le conseguenze immediate e a lungo termine delle MGF
Le donne che subiscono mutilazioni genitali affrontano rischi immediati significativi, come infezioni e emorragie. Tuttavia, le complicazioni non si fermano qui. Le MGF possono portare a disturbi urinari e ginecologici che influiscono sulla qualità della vita. Molte donne riportano dolore persistente durante i rapporti sessuali, trasformando la loro vita intima in una fonte di sofferenza e disagio.
Impatto sulla maternità e sulla salute mentale
Le conseguenze delle MGF si estendono anche alla maternità. Le donne mutilate sperimentano complicazioni più frequenti durante il parto, aumentando il rischio di problemi seri per i neonati, come l’asfissia alla nascita. Inoltre, le statistiche rivelano che queste donne hanno un rischio quasi triplo di sviluppare depressione o ansia e un’incidenza 4,4 volte maggiore di disturbi post-traumatici da stress. Questi dati evidenziano l’urgenza di affrontare il problema delle MGF non solo come una questione di salute fisica, ma anche come un tema cruciale di salute mentale.
La necessità di interventi e sensibilizzazione
Pascale Allotey, direttrice del dipartimento dedicato alla salute sessuale e riproduttiva dell’Oms, sottolinea l’importanza di garantire assistenza sanitaria di alta qualità per i sopravvissuti. È essenziale coinvolgere le comunità in programmi di prevenzione e sensibilizzazione, educando le famiglie sugli effetti dannosi delle mutilazioni genitali. Solo attraverso un forte impegno politico e strategie educative efficaci sarà possibile fermare questa pratica e promuovere il benessere delle donne e delle ragazze a livello globale. La lotta contro le MGF è una questione di giustizia sociale e salute pubblica che richiede l’attenzione e l’azione di tutti.