Cagliari, 14 Aprile – Tre distretti aerospaziali italiani, compresi Sardegna, Campania e Emilia Romagna, partecipano al progetto Small mission to MarS, una sonda progettata in Italia per Marte. Il costo è di 300 milioni di euro e sarà lanciata con Vega. I payload includeranno un rilevatore di polveri, un drone e un sistema per creare strutture con risorse marziane. Interviene anche il ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica
L’industria aerospaziale italiana sta vivendo un momento di grande fermento grazie a un progetto ambizioso che coinvolge tre distretti aerospaziali: il Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), quello della Campania e quello dell’Emilia Romagna. Questo programma, noto come Small Mission to MarS, mira alla progettazione e costruzione di una sonda destinata alla superficie di Marte. Si tratta di un’iniziativa audace che non solo rappresenta un passo significativo per l’industria spaziale italiana, ma offre anche l’opportunità di mettere in mostra le capacità tecnologiche e scientifiche del nostro Paese.
Un progetto ambizioso e innovativo
Il costo totale del progetto si aggira intorno ai 300 milioni di euro, e prevede il lancio della sonda con il razzo vettore Vega, sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea. Questo razzo è noto per la sua affidabilità e per la sua capacità di portare carichi utili in orbita, rendendolo la scelta ideale per una missione di tale portata. Giacomo Cao, ingegnere e professore all’Università di Cagliari, guida il DASS e ha condiviso dettagli entusiasti riguardo al progetto durante un’intervista con Beemagazine.
I payload della sonda
Una delle caratteristiche più affascinanti della missione è rappresentata dalla sonda stessa, che sarà equipaggiata con specifici payload scientifici e tecnologici. All’arrivo nell’atmosfera marziana, la sonda rilascerà un satellite attorno a Phobos, una delle lune di Marte, un passo cruciale per raccogliere dati preziosi su Marte e le sue lune. La sonda trasporterà tre payload, ciascuno con compiti distinti e vitali per il successo della missione.
Il primo payload è un rilevatore di polveri, progettato per analizzare il suolo marziano, fornendo informazioni cruciali per le future missioni umane. Il secondo payload conterrà un drone che opererà nell’atmosfera marziana, raccogliendo dati a bassa quota e studiando la conformazione della superficie. Infine, il terzo payload è innovativo poiché avrà l’obiettivo di dimostrare la possibilità di generare elementi strutturali utilizzando risorse locali marziane. Questo processo, già brevettato nell’ambito di un progetto coordinato da Cao per l’Agenzia Spaziale Italiana, potrebbe rivoluzionare la costruzione di basi permanenti su Marte.
Il sostegno istituzionale e il futuro dell’Italia nello spazio
Il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica ha contribuito finanziariamente a questo progetto attraverso il programma Space Manufacturing in Situ, evidenziando l’importanza di investire nella ricerca e nello sviluppo tecnologico nel settore spaziale. La collaborazione tra tre distretti aerospaziali dimostra non solo la capacità di lavorare insieme a livello nazionale, ma sottolinea anche l’impegno dell’Italia nell’innovazione spaziale.
Small Mission to MarS rappresenta un’opportunità significativa per l’Italia di affermarsi come leader nell’industria aerospaziale globale, contribuendo a missioni che potrebbero cambiare il nostro modo di comprendere ed esplorare il sistema solare. Con il progresso della tecnologia e l’aumento della collaborazione internazionale, questa missione potrebbe essere solo l’inizio di un lungo e affascinante viaggio verso le stelle.