Tre mesi in un campo libico: “Ammazzano i neri come animali”
“Migranti sulla Sea Watch, abbiate la forza di lottare”
CRONACA (Milano). Sule, trent’anni, è un richiedente asilo originario del Gambia. È arrivato in Italia su un barcone passando per un campo profughi in Libia, dove è rimasto recluso per mesi in condizioni estreme: “In Libia succedono cose che se non le hai viste non ci credi. Ammazzano i neri e i migranti come animali. Le prigioni sono piccole stanze dove vengono ammassate 800 persone: donne, uomini, bambini, tutti insieme. Ci facevano mangiare una sola volta al giorno, stavamo tutti giù per terra e c’era un solo bagno per 800 persone: bisognava fare quattro ore di fila per fare i bisogni. Scappare non è facile, ho studiato i movimenti delle guardie, mi sono accorto che dormivano tra le 3 e le 4 di notte. Se mi avessero beccato, mi avrebbero ucciso. Ai migranti sulla Sea Watch dico di avere pazienza e di trovare la forza di lottare”. (Chiara Martinoli)
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