Ezio Bosso, il ricordo degli Statuto: “Persona unica, ci chiamavamo fratelli”
L’amico Oscar: “Gli italiani gli hanno reso il giusto merito artistico solo dopo Sanremo”
SPETTACOLO (Torino). Ezio Bosso è morto all’età di 48 anni. Il grande musicista, pianista, direttore d’orchestra compositore, se n’è andato stanotte nella sua casa di Bologna. A portarselo via il cancro con cui conviveva da molti anni e che lo costringeva a lunghi periodi di sosta per le terapie. Ad acuire il quadro clinico la malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto in carrozzella. Eppure, nonostante tutti questi mali, Ezio non si è mai arreso. Ha continuato a combattere fino alla fine con coraggio. La musica, la sua passione più grande, la sua ragione di vita, l’aveva anzi spinto a sfide sempre più grandi. A testimonianza di tutto questo il ricordo di Oscar Giammarinaro, leader e cantante degli Statuto, band torinese nella quale Ezio Bosso ha suonato il basso per un paio d’anni. “Ci siamo conosciuti in conservatorio e da quel momento è nato un rapporto fortissimo. Ci chiamavamo fratelli e non ci sono parole adatte a descrivere le sensazioni che sto provando in questo momento – racconta Oscar -. Ezio nel privato non era assolutamente diverso da quello che appariva in pubblico. Io l’ho sempre considerato il più grande compositore vivente ma purtoppo adesso non potrò più dire vivente. Aveva una forza di volontà veramente unica, sono molto triste”. (Antonio Lopopolo/alanews)
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