Sullo sfondo dei cambiamenti politici e sociali degli ultimi quarant’anni verte l’evoluzione dell’amicizia, dall’adolescenza all’età adulta, dei quattro protagonisti: Giulio (Pierfrancesco Favino), avvocato ambizioso, Riccardo (Claudio Santamaria), che non riesce a trovare una propria dimensione lavorativa e Paolo (Kim Rossi Stuart), insegnante di liceo da sempre innamorato della vulcanica Gemma (Micaela Ramazzotti).
Ispirato da “C’eravamo tanto amati” di Scola, il regista ritrae uno spaccato nostalgico che rende omaggio a Zavattini, Fellini e Risi; un omaggio costituito da molteplici argomenti che conducono lo spettatore a domandarsi quale decennio, sino ad oggi, sia il migliore oppure il più innocuo. Il messaggio “democratico” per cui ogni preferibile scelta è caratterizzata da un prezzo, oppure un valore, è chiaro nell’immagine cinematografica del regista. Non univoco il pensiero per il quale ci si domanda quali siano “gli anni più belli”, poiché dipende dalle circostanze che, in qualche modo, riflettono scelte dovute ad una soggettiva maturazione, tramite un riordino interiore che riguarda le difficoltà del percorso esistenziale.
Se la storia è ciclica bisognerebbe almeno porre l’attenzione su quali siano state le dinamiche, soprattutto sociali, che hanno costituito le transizioni generazionali, specie all’interno del nuclei familiari. Dunque, il film esplora il bagaglio culturale di coloro che al termine del percorso saranno adulti, cosa quel bagaglio ha lasciato loro ed i rispettivi cambianti di coscienza. Gli anni più belli appartengono al passato, al presente e al futuro, anche attraverso quegli aspetti malinconici pronti a diventare protagonisti dei nuovi orizzonti che contempleremo.
Brava Emma Marrone che debutta come attrice diventando Anna, moglie di Riccardo. Nicoletta Romanoff torna a collaborare con Muccino dopo “Ricordati di me” del 2003, vestendo i panni di Margherita, sposata a Giulio. Gli interpreti principali riescono a far percepire la complessità dei caratteri rappresentati, delineandoli con equilibrio interpretativo. Nel cast anche Francesco Acquaroli, assieme ad Andrea Pittorino, Francesco Centorame, Alma Noce e Matteo De Buono che ricoprono i ruoli dei quattro protagonisti durante la fase adoloscenziale.
La sceneggiatura è scritta da Gabriele Muccino con Paolo Costella, mentre la fotografia di Eloi Molí esalta la bellezza di Roma. Claudio Baglioni regala il titolo al film, firmando l’omonimo brano che fa parte della colonna sonora, composta da Nicola Piovani.
Una produzione Lotus, società della Leone Film Group, con Rai Cinema e 3 Marys Entertainment. Distribuzione 01 Distribution.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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