Un atto di bontà ne genera un altro. Questo il messaggio trasmesso dal sorprendente film d’animazione diretto da Sergio Pablos, già co-creatore di “Cattivissimo me”. La storia è quella del giovane Jesper, giovane ricco e viziato che viene mandato dal padre, direttore della Regia Accademia Postale, nella fredda isola di Smeerensburg, con il compito di operare come postino e spedire 6000 lettere in un anno; qui incontra Klaus, doppiato da Francesco Pannofino, giocattolaio solitario e scontroso, diventato apatico dopo alcune vicissitudini della vita.
L’opera risulta adatta a tutte le tipologie di pubblico, poiché non rappresenta il classico film d’animazione natalizio; Pablos, assieme agli sceneggiatori Zach Lewis e Jim Mahoney, ritrae la figura di Babbo Natale in modo del tutto innovativo e mai mellifluo. In lavorazione dal 2015, “Klaus” incalza la visione dello spettatore con poesia, senza patetismo; il regista scrive e dirige un film che torna persino alle vecchie tradizioni Disney. Concepito tramite strumenti digitali è stato principalmente disegnato a mano libera, con la collaborazione di molti artisti di varia nazionalità.
Un ritorno alla tecnica 2D per un lungometraggio di cui la genesi si fonda sulla luce e sull’immagine bidimensionale, raccontato attraverso un brillante schema narrativo che permette al pubblico di percepire il senso moralistico che contraddistingue l’opera. Dunque, Netflix rischia centrando l’obiettivo tramite un prodotto originale; un ritratto all’ottimismo di fronte ad un destino che mira a spaccare la resistenza umana.
Ottimo risultato per quanto riguarda il doppiaggio in italiano: Marco Mengoni diventa Jesper, Carla Signoris presta la voce al personaggio di Mrs. Krum, mentre Neri Marcorè ed Ambra Angiolini doppiano rispettivamente Mogens ed Alva.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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