La legittima difesa è il pretesto con cui il regista Ivano De Matteo (La bella gente, La vita possibile) pone le fondamenta per la realizzazione della sua opera, senza accuse o giudizi, con esplicita decisione di voler raccontare come un gruppo di persone reagisce alla paura di perdere tutto, dopo l’accidentale omicidio di un giovane romeno all’interno di una villa.
Un film corale, ambientato in un contesto “perbene” del Nord Italia, in cui i personaggi principali personificano i sette vizi capitali. Il parallelismo con la natura rende significativa l’esplorazione dell’atteggiamento umano di fronte alla sopravvivenza, impietoso rispetto a quello degli animali, ripresi in alcune scene dell’opera. Attraverso l’impianto narrativo il significato di “populismo” e di “critica” assume sembianze definite, mentre lo spettatore ha il compito di spogliarsi da ogni forma d’ipocrisia, per acquisire un giudizio obiettivo di fronte alle azioni compiute dagli interpreti.
Valentina Ferlan e De Matteo scrivono un noir in cui la performance incisiva di Marco Giallini (Giorgio) viaggia di pari passo con quella di Massimiliano Gallo (Commissario Panti), entrambi consapevoli e pienamente capaci di restituire autenticità ai ruoli che ricoprono. Bebo Storti (Dott. De Santis) conferma la sua abilità di ricoprire ruoli drammatici, assieme a Michela Cescon che interpreta Diletta, moglie di Giorgio. Il film vede la partecipazione di Vinicio Marchioni (Don Carlo) e Cristina Flutur (Sonja), che nel 2012 ha vinto il premio come miglior attrice al Festival di Cannes per il lungometraggio “Oltre le colline”. Una menzione peciale per la vibrante ed irriverente capacità con la quale Erica Blanc interpreta Miranda, madre di Diletta.
Dunque, il regista, con la collaborazione della stessa Ferlan e del montatore Marco Spoletini, conferma la sua capacità di raccontare storie, scavando nei caratteri dei protagonisti con tagliente veridicità; lo stile asciutto dell’idea creativa, con il quale affronta il lato oscuro della personalità umana, resta detonatore della sua abile predisposizione a raccontare il lato più deplorevole di una provincia italiana.
Una coproduzione Rodeo Drive, RAI Cinema, Les Films D’Ici. In Italia la distribuzione è della Academy Two. La foto dell’articolo è di Matteo Graia.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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