Il regista britannico si riconferma autore di grande talento, attraverso un “atto cinematografico” volto a smuovere la coscienza di uno spettatore rassegnato ad un sistema economico incerto. Il punto di partenza è la cosiddetta “gig economy”, basata sul lavoro part-time e sui contratti a zero ore, in cui le condizioni del lavoratore sono più che altro esenti da garanzie.
Ricky (Kris Hitchen) vive a Newcastle, assieme alla moglie Abby (Debbie Honeywood) e ai figli Seb (Rhys Stone) e Liza Jane (Katie Proctor); cerca di far fronte ai debiti contratti dopo il crack finanziario del 2008, svolgendo l’attività di corriere per una ditta in franchising. Abby è una badante impossibilitata a seguire adeguatamente i figli, per via delle troppe ore lavorative ed il tempo speso sui trasporti pubblici.
Loach ritrae l’evoluzione di un’economia che guarda sempre di più al profitto, a scapito di quell’elemento scontato sul quale si basa la nostra esistenza: la dignità individuale. La sceneggiatura di Paul Laverty è significativa nell’esplorazione di un mondo in cui la tecnologia, attraverso un utilizzo malsano, risulta essere uno strumento di controllo esasperante; la velocità ha il volto del disagio, dell’instabilità e prende forma in quello che definirei un “coprotagonista” dell’opera cinematografica: una bottiglia di plastica in cui Ricky è costretto ad urinare, per non perdere tempo durante le consegne.
Un film dedito al rifiuto della compartecipazione ad un mercato costituito dalla concorrenza spietata, indifferente alla nostra qualità di vita. L’occhio dello spettatore resta immobile, avvolto dal rigore con cui Laverty erige il disagio psicoemotivo dei protagonisti. Il precariato diventa principio per cui viene ad attuarsi il disfacimento di una stabilità interiore, con il conseguente deterioramento dei rapporti famigliari ed interindividuali.
Un film importante e realistico, che nella messa in scena lascia ampio spazio alla narrazione e all’interpretazione dei bravi attori. Un bellissimo ritratto sulla contemporaneità e sulla disumanizzazione, assolutamente da vedere. In Italia il film è distribuito da Lucky Red, in associazione con 3 Marys Entertainment.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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