SPETTACOLO (Roma). “Carlo era un intellettuale raffinatissimo, una persona intelligente, rispettosa ed umile dove per umiltà si intende l’opposto della modestia; era anche “leggero”, una caratteristica ereditata dal padre Steno. L’ho conosciuto prima di “Febbre da Cavallo” a New York; io ero un giovanotto e lui un ragazzino. La notizia della sua morte mi ha completamente spiazzato, tutti noi abbiamo una persona che pensiamo non debba mai morire, per me lui era questo. Prima ancora del dolore è arrivato lo stupore”. Con queste parole Gigi Proietti ricorda l’amico Carlo Vanzina a pochi giorni dalla sua scomparsa. E rivela qualche aneddoto lontano dal set: “Ricordo che andammo a vedere Ray Charles all’Apollo di Harlem insieme ad Enrico e a Jannacci. Fu una goduria estrema”, ha aggiunto Proietti. (Gaia Romani/alaNEWS)
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