Djokovic si difende sul caso comunicato PTPA | Instagram @djokernole - alanews
Novak Djokovic, rispondendo ai giornalisti sul comunicato della PTPA, ha confessato: “Ci sono cose con cui non concordo”. Ecco le sue parole
Novak Djokovic rompe il silenzio sulla controversa causa legale avviata dalla Professional Tennis Players Association (PTPA), di cui è co-fondatore. La questione ha sollevato polemiche e discussioni all’interno del circuito tennistico, coinvolgendo anche il tennista italiano Jannik Sinner, citato in un contesto non proprio favorevole, ma ora il tennista serbo ha provato a placare le polemiche. Ecco cosa ha detto.
Djokovic, attualmente impegnato a Miami per il torneo ATP 1000, ha rilasciato dichiarazioni riguardo alla causa legale contro l’ATP, la WTA, l’ITF e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA). Queste istituzioni sono state definite dal serbo come parte di un “cartello” e accusate di gestire un sistema “corrotto, illegale e abusivo“. L’azione legale, depositata simultaneamente in diversi tribunali internazionali a Londra, Bruxelles e New York, si propone di esaminare criticamente le modalità di distribuzione dei premi e dei diritti di immagine, evidenziando un trattamento discriminatorio nei confronti dei tennisti.
In conferenza stampa, Djokovic ha rivelato di non essere stato completamente informato sui dettagli delle accuse contenute nella documentazione legale prima della sua diffusione. “Ci sono terminologie forti e cose con cui non sono d’accordo“, ha dichiarato, sottolineando un certo stupore per il linguaggio utilizzato nei documenti. Questo fatto ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sulla comunicazione interna all’interno della PTPA.
Tra le accuse avanzate nella causa, emerge un riferimento diretto a Jannik Sinner, citato come esempio di un trattamento di favore ricevuto nel contesto delle normative antidoping. Sinner, che sta scontando una squalifica di 3 mesi, è accusato di non aver subito le stesse conseguenze di altri atleti in situazioni simili. L’atto legale afferma che il giovane tennista non ha ricevuto una sospensione, il che gli ha permesso di continuare a competere e vincere tornei, sollevando interrogativi sulla coerenza delle politiche antidoping applicate.
Djokovic ha espresso la sua sorpresa riguardo all’inclusione di Sinner nella causa, senza però specificare se fosse d’accordo con le affermazioni contenute. La PTPA ha accusato l’ITIA di applicare due pesi e due misure, evidenziando un trattamento di favore riservato a Sinner rispetto ad altri atleti che hanno affrontato sanzioni più severe per violazioni simili.
Djokovic ha insistito sulla sua posizione di leader della PTPA, chiarendo però che non detiene un potere decisionale assoluto all’interno dell’organizzazione. “Ci sono circa 30 persone che lavorano quotidianamente per la PTPA. Sono nel comitato esecutivo, ma non ho potere di veto sulle decisioni o sulle azioni intraprese“, ha spiegato, evidenziando un modello di governance collettiva e condivisa.
Un altro punto sollevato durante la conferenza riguarda l’assenza della sua firma sull’azione legale. Djokovic ha chiarito che la sua scelta è stata motivata dalla volontà di incoraggiare altri giocatori a farsi avanti e a unirsi alla causa. “Ho visto alcuni cambiamenti, ma ci sono ancora questioni fondamentali da affrontare. È importante che tutti gli organi di governo, compresa la PTPA, lavorino insieme per risolvere questi problemi“, ha affermato, evidenziando il suo desiderio di una maggiore unità nel tennis.
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