Umberto Ferrara, ex assistente di Jannik Sinner, chiarisce la vicenda dello spray contenente Clostebol che ha portato alla squalifica del numero 1 al mondo
La vicenda di Jannik Sinner, che ormai tutti conoscono, ha recentemente scosso il mondo sportivo con un episodio controverso legato a una sostanza vietata, il Clostebol. Questo evento ha sollevato interrogativi e ha portato a speculazioni infondate, mettendo a rischio non solo la carriera di Sinner, ma anche l’integrità del suo entourage. A fare chiarezza è Umberto Ferrara, ex preparatore atletico di Sinner, che ha deciso di condividere la sua versione dei fatti, rompendo il silenzio su una questione che ha danneggiato la sua reputazione.
La tempesta mediatica
Ferrara ha vissuto in silenzio per oltre un anno, mentre la sua figura veniva attaccata proprio per il caso doping. La situazione è esplosa durante il torneo di Indian Wells nel 2024, quando Sinner è risultato positivo al Clostebol. “Era giusto attendere la pronuncia degli organi competenti“, ha affermato Ferrara, evidenziando il grave danno subito a livello personale e professionale. Nonostante il Tribunale Indipendente abbia confermato la sua innocenza, il danno era già stato inflitto. “Tutti hanno letto articoli che riportavano fatti distorti“, ha continuato Ferrara, sottolineando come la verità sia stata ignorata.
Come è andata davvero: la versione di Ferrara
La controversia è iniziata con l’uso di uno spray, il Trofodermin, portato da Ferrara negli Stati Uniti per curare una patologia cronica. “L’ho sempre custodito con la massima cautela“, ha spiegato, chiarendo che la decisione di portarlo all’estero era dettata dalla necessità. Tuttavia, la situazione si è complicata quando Ferrara ha suggerito al fisioterapista Giacomo Naldi di utilizzarlo per un taglio. “Fui molto chiaro nel comunicare a Naldi la natura del prodotto“, ha sottolineato, ma la contaminazione di Sinner è avvenuta quando Naldi ha trattato il tennista senza guanti.
La reazione alla positività
La notizia della positività di Sinner ha colto Ferrara di sorpresa. “Incredulità e stupore“, ha ricordato, ricollegando immediatamente il caso al Trofodermin. La rapidità della risposta è stata cruciale per dimostrare la sua innocenza, ma la pressione mediatica era già insostenibile. La International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha successivamente dichiarato che non c’era giustificazione per perseguire nessuno dell’entourage di Sinner. “Questa assoluzione mi rincuora“, ha affermato, evidenziando l’importanza di avere fondato le valutazioni su una consulenza legale accurata.
Le conseguenze personali
Le ripercussioni di questa vicenda non si limitano solo alla sfera professionale. Ferrara ha vissuto un periodo di grande sofferenza personale, riconoscendo che, con il senno di poi, non rifarebbe le stesse scelte. “Mi ha fatto soffrire la superficialità con cui molte persone hanno trattato la mia posizione“, ha confessato. Nonostante le difficoltà, Ferrara ha sempre sostenuto Sinner, lodando la sua dedizione e il suo impegno. “Lavorare con Jannik è stato gratificante e stimolante“, ha affermato con ammirazione.
La storia di Ferrara non è solo una cronaca di accuse infondate, ma una testimonianza di resilienza e determinazione. Oggi, ha intrapreso un nuovo percorso professionale lavorando con Matteo Berrettini, un’altra punta di diamante del tennis italiano. “Matteo si è documentato e ha preso le decisioni giuste per la sua carriera“, ha sottolineato Ferrara, che ha trovato supporto nella comunità tennistica.