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Lutto nel mondo della Formula 1, è morto Eddie Jordan all'età di 76 anni

L’ex proprietario del team che portava il suo nome era malato di cancro ed è deceduto a causa di un tumore aggressivo alla prostata e alla vescica

Il mondo della Formula 1 piange la scomparsa di Eddie Jordan, l’ex proprietario del team che portava il suo nome, deceduto all’età di 76 anni a causa di un tumore aggressivo alla prostata e alla vescica. L’imprenditore, che ha legato il suo nome al circus delle monoposto, era malato da tempo di cancro. La notizia, comunicata dalla sua famiglia, ha suscitato un’ondata di cordoglio tra gli appassionati e gli addetti ai lavori. Jordan è ricordato non solo come un imprenditore di successo, ma anche come una figura carismatica e innovativa nel panorama automobilistico.

La notizia della morte comunicata dalla famiglia

“È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa di Eddie Jordan, ex proprietario del team di Formula 1, esperto televisivo e imprenditore”. Jordan soffriva di un tumore aggressivo alla prostata e alla vescica. Lo scorso anno era stato lo stesso Jordan a rivelare pubblicamente la sua malattia, incoraggiando gli uomini a sottoporsi a controlli medici regolari. Fondata nel 1991, la sua scuderia Jordan Grand Prix ha tenuto a battesimo grandi campioni come Michael Schumacher, Ayrton Senna, Damon Hill e Nigel Mansell, tra gli altri.

La fondazione della Jordan Grand Prix

Eddie Jordan ha fondato la sua scuderia, la Jordan Grand Prix, nel 1991, dando vita a un team che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella storia della Formula 1. Sotto la sua guida, la squadra ha visto passare alcuni dei più grandi nomi del motorsport, come:

  1. Michael Schumacher
  2. Ayrton Senna
  3. Damon Hill
  4. Nigel Mansell

Jordan era noto per il suo approccio audace e il suo spirito imprenditoriale, elementi che hanno caratterizzato la sua carriera e il suo team, spesso in grado di competere con formazioni ben più consolidate e finanziate.

La trasformazione in commentatore e analista

La carriera di Eddie Jordan non si è limitata alla gestione della scuderia. Dopo aver ceduto il team alla Midland Group nel 2005, si è reinventato come commentatore e analista televisivo, portando la sua esperienza e la sua personalità vivace nelle case degli appassionati di Formula 1. La sua capacità di comunicare in modo diretto e coinvolgente lo ha reso una figura amata dal pubblico, capace di spiegare le dinamiche della F1 con un linguaggio accessibile anche ai neofiti.

Jordan ha sempre avuto un forte legame con i giovani talenti, investendo nella loro formazione e dando loro l’opportunità di farsi strada nel mondo delle corse. La sua scuderia ha lanciato numerosi piloti promettenti, molti dei quali sono poi diventati campioni del mondo. La sua visione non si è limitata alla pista, ma ha incluso anche un impegno a favore della sicurezza e della salute dei piloti, promuovendo l’importanza di controlli medici regolari.

Un’eredità indelebile

Oltre ai successi sportivi, Eddie Jordan sarà ricordato anche per il suo stile di vita vivace e per la sua personalità colorata. Era noto per le sue affermazioni schiette e la sua gioia contagiosa, elementi che lo rendevano una figura unica nel paddock. La sua passione per le corse e la sua dedizione hanno ispirato generazioni di fan e professionisti del settore.

La notizia della sua morte ha suscitato reazioni da tutto il mondo della Formula 1. Piloti, team principal e appassionati hanno espresso il loro dolore per la perdita di un uomo che ha contribuito a plasmare la storia del motorsport. Molti hanno condiviso aneddoti e ricordi, celebrando la vita e il lascito di Jordan, un uomo che ha sempre creduto nella forza del talento e della determinazione.

Jordan lascia un vuoto difficile da colmare, ma il suo spirito e la sua influenza continueranno a vivere nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare con lui. La sua eredità è testimoniata non solo dalla sua scuderia, ma anche da tutti quei giovani piloti che hanno avuto la possibilità di brillare grazie al suo supporto e alla sua visione. La Formula 1, oggi, è un po’ più povera senza di lui, ma il suo contributo rimarrà impresso nella storia del motorsport.

Redazione

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