Roma, 3 Aprile – Durante il convegno “Sport e Pace” tenutosi in Senato, il presidente della Federazione Italiana Ciclismo, Cordiano Dagnoni, ha sottolineato il ruolo del ciclismo come messaggero di pace, evidenziando l’impegno per le nazioni ucraine durante la guerra russo-ucraina
Il ciclismo rappresenta molto più di una semplice attività sportiva; è un potente strumento di unità, capace di unire culture e promuovere la pace. Queste idee sono state espresse con forza da Cordiano Dagnoni, presidente della Federazione Italiana Ciclismo, durante il convegno “Sport e Pace”, svoltosi al Senato in occasione della Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace. L’evento ha riunito esperti e appassionati, tutti convinti che lo sport possa avere un impatto significativo nel promuovere la solidarietà e la convivenza tra i popoli.
Il ciclismo come ponte tra le culture
Dagnoni ha aperto il suo intervento sottolineando come il ciclismo sia uno sport accessibile, che attraversa le strade di città e paesi. “Passa sotto casa, travalica i confini e avvicina le persone”, ha affermato, evidenziando il ruolo del ciclismo come veicolo di messaggi positivi. Ha citato episodi storici in cui il ciclismo ha contribuito a promuovere la pace, come eventi che hanno unito atleti di diverse nazioni anche in momenti di tensione geopolitica, come durante la Guerra Fredda.
L’Impegno della federazione italiana ciclismo
Particolare attenzione è stata dedicata all’impegno della Federazione nel sostenere le nazionali ucraine durante il conflitto con la Russia. A seguito dell’inizio della guerra, la Federazione ha attivato iniziative per accogliere e supportare gli atleti ucraini, collaborando con enti locali e società sportive in Abruzzo. “Grazie all’interessamento della Regione e alla generosità delle comunità locali, abbiamo potuto offrire un rifugio sicuro agli sportivi ucraini”, ha dichiarato Dagnoni, sottolineando l’importanza di mantenere viva la loro speranza e il loro spirito di competizione.
Sportivi come ambasciatori di pace
Il convegno ha anche messo in luce il ruolo degli sportivi come veri e propri ambasciatori della pace. Diverse personalità del mondo del ciclismo hanno dimostrato un forte impegno sociale, utilizzando la loro visibilità per promuovere iniziative di solidarietà. “Vi sono diversi episodi di nostri campioni che hanno lavorato fattivamente per la pace”, ha affermato Dagnoni, citando figure emblematiche che hanno unito le persone attraverso il loro amore per il ciclismo.