Il web che conosciamo costituisce solo il 5% di quello complessivo: il deep web è la parte di Internet che non viene indicizzata, il dark web è una porzione del deep web
Il dark web è una porzione di internet che non è accessibile tramite i normali browser web e richiede l’utilizzo di software speciali, come Tor, per essere raggiunto. È noto per l’anonimato offerto agli utenti e per la presenza di attività illegali, come la vendita di droghe, armi e informazioni trafugate. Tuttavia, il dark web ospita anche attività legittime come le comunità di discussione per gruppi sottorappresentati e la condivisione di informazioni sensibili in contesti ove la privacy è determinante. In generale, il dark web è un’area oscura e poco conosciuta di internet che presenta sia rischi che opportunità.
Il web che conosciamo costituisce solo il 5% di quello complessivo.
Il surface web rappresenta solo una piccola parte di Internet, ovvero circa il 4-5% dei contenuti complessivi. È la porzione di Internet che viene utilizzata quotidianamente dalla maggior parte delle persone e che viene indicizzata dai motori di ricerca come Google. I siti possono essere facilmente raggiunti tramite un browser web e sono generalmente considerati sicuri.
Il deep web è la parte di Internet che non viene indicizzata dai motori di ricerca e che non può essere facilmente trovata attraverso una semplice ricerca. I contenuti includono anche database privati, informazioni personali, siti web protetti da password. Il deep web è molto più vasto del surface web e rappresenta circa il 96% di tutto il contenuto di Internet. Anche se non è accessibile tramite i motori di ricerca, alcune parti del deep web sono comunque accessibili tramite browser.
Il dark web è una porzione del deep web che è accessibile solo tramite software speciali come Tor. Tor (The Onion Router) fornisce un elevato livello di anonimato agli utenti, rendendo difficile, per le autorità o altri soggetti, tracciare le attività degli utenti. Questo ha reso il dark web un luogo dove hanno luogo molte attività illegali, come la vendita di droghe, armi e informazioni trafugate.
Il surface web, o open web, è lo strato superficiale “visibile”. Se visualizziamo l’intero web come un iceberg, quello open rappresenta la parte superiore che si trova sopra l’acqua. Da un punto di vista statistico, il relativo insieme di siti web e dati costituisce meno del 5% dell’Internet complessivo.
Tutti i siti web comunemente rivolti al pubblico, accessibili tramite browser tradizionali come Google Chrome, Internet Explorer e Firefox, sono contenuti in questa porzione. I siti web sono solitamente etichettati con estensioni di dominio come “.com” e “.org” e possono essere facilmente individuati con i motori di ricerca più diffusi.
L’individuazione di siti del surface web è possibile perché i motori di ricerca possono indicizzarne i contenuti e riportarli tramite collegamenti visibili (in un processo chiamato scansione, a causa del motore di ricerca che analizza il web con degli spider).
Il deep web si trova sotto la superficie e rappresenta circa il 90% di tutti i siti. Questa porzione corrisponde con la parte dell’iceberg che resta sotto l’acqua, molto più grande della rete di superficie. In effetti, il web nascosto è così grande che è impossibile scoprirne le esatte estensioni.
Continuando con l’analogia, i motori di ricerca potrebbero essere considerati come barche da pesca che possono solo “catturare” siti web vicino alla superficie. Tutto il resto, dalle riviste accademiche ai database privati e altri contenuti illeciti, è fuori portata. Il deep web include anche la parte che conosciamo come dark web.
Mentre molte agenzie di stampa usano “deep web” e “dark web” in modo intercambiabile, gran parte di quanto resta sotto la superficie, nel suo complesso, è perfettamente legale e sicura. Tra i contenuti più diffusi troviamo:
Database: raccolte di file protette, sia pubbliche che private, che non sono collegate ad altre aree del web.
Intranet: reti interne di imprese, governi e strutture educative, utilizzate per comunicare e controllare aspetti privatati all’interno delle organizzazioni stesse.
Nel caso vi steste chiedendo come accedere al deep web, è probabile che lo stiate già utilizzando quotidianamente. Il termine “deep web” si riferisce a tutte le pagine web che non sono identificabili dai motori di ricerca. Alcuni siti possono essere nascosti dietro password o perimetri di sicurezza, mentre altri semplicemente comunicano ai motori di ricerca di non “scansionarli”.
I contenuti nascosti del deep web sono generalmente affidabili e sicuri. Tutto, dai post dei blog in revisione, le pagine web di siti in attesa di revisione, alle pagine di cui fruiamo quando effettuiamo operazioni bancarie online, fa parte del deep web. Tali contenuti non rappresentano una minaccia per i computer o la sicurezza in generale. La maggior parte di essi sono tenuti nascosti dal surface web, proprio per proteggere le informazioni e la privacy degli utenti, come ad esempio:
Per alcuni utenti, parti del deep web offrono l’opportunità di aggirare restrizioni locali e accedere a servizi che potrebbero non essere disponibili nelle proprie aree. Altri vanno più in profondità, per scaricare musica pirata o ottenere film che non sono ancora nei cinema.
All’estremità più oscura del web, si trovano le attività e i contenuti più pericolosi. I siti web Tor si trovano all’estremità del deep web. Essi sono considerati il “dark web” e sono accessibili solo da browser quale Tor.
Il dark web si riferisce a siti che non sono indicizzati e accessibili solo tramite browser web specializzati. Significativamente più piccolo del web di superficie, il dark web è una parte del deep web. Sempre considerando l’analogia con l’iceberg, si tratta della porzione inferiore della parte sommersa.
Scomponendone la struttura, si scoprono alcuni livelli chiave che lo rendono un rifugio anonimo:
Nessuna indicizzazione di pagine web da parte dei motori di ricerca del surface web.
Traffico protetto tramite un’infrastruttura di rete ad instradamento randomico.
Inaccessibile dai browser tradizionali e ulteriormente nascosto da varie misure di sicurezza quali firewall e crittografia.
La reputazione del dark web è spesso collegata a intenti criminali, contenuti illegali e siti di “trading” in cui gli utenti possono acquistare beni o servizi illeciti. Tuttavia, conserva anche contenuti legali.
Tempo fa il dark web era terra di hacker, forze dell’ordine e criminali informatici. Oggi, i sistemi di crittografia e il browser Tor, consentono a chiunque di immergersi nelle profondità del dark.
Tor (“The Onion Routing” project) permette l’accesso ai siti web “.onion”. Questo browser fu originariamente sviluppato a fine anni ’90 dalla statunitense Naval Research Laboratory.
Comprendendo che la natura di Internet significava una mancanza di privacy, una prima versione di Tor fu creata per nascondere determinate comunicazioni. Successivamente, il framework fu reso pubblico sotto forma del browser che conosciamo oggi.
Anziché intraprendere il percorso più diretto tra il computer e gli host del dark, il browser Tor attraversa più server crittografati, noti come nodi. Ciò consente agli utenti di connettersi senza timore che le loro azioni vengano tracciate o che la cronologia del browser venga esposta.
A loro volta, i siti sul deep web usano Tor o sistemi peer-to-peer come I2P (Invisible Internet Project) per rimanere anonimi, il che significa che non è possibile scoprire chi li sta operando o dove vengono ospitati.
Utilizzare Tor e accedere al dark web non è illegale.
Chi accede lo fa principalmente per i seguenti motivi:
Per queste ragioni, il dark web attrae molti soggetti che, altrimenti, sarebbero in pericolo rivelando le loro identità online. Vittime di abusi e persecuzioni, informatori e dissidenti politici, sono utenti frequenti dei siti dark. Naturalmente, questi benefici possono essere facilmente estesi a coloro che vogliano agire al di fuori dei vincoli delle leggi, in modi esplicitamente illegali.
Se visto attraverso questa lente, la legalità del dark web si basa su come gli utenti stessi interagiscono con esso.
La scelta di esplorare siti nel dark web espone al rischio di essere presi di mira da malware, attacchi hacker, phishing e altre minacce.
Valgono le stesse cautele da adottare per la navigazione web tradizionale e un pizzico di attenzione in più per discernere truffe o situazioni illegali.
Il rischio più concreto deriva certamente dalla elusione di restrizioni governative o dalla fruizione di servizi illegali che, per la loro natura, sono costantemente monitorati dalle forze dell’ordine.
In definitiva, una visita nel dark, effettuata con la dovuta consapevolezza e nei limiti della legalità, può rivelarsi anche istruttiva e far comprendere la reale estensione del web.
Autore: Marco Marra
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