Razzo che dimezzerebbe i tempi di viaggio verso Marte | Pixabay @brightstars - alanews
Presentato il progetto di un razzo a propulsione nucleare in grado di dimezzare i tempi di viaggio verso il Pianeta Rosso
Il sogno della fusione nucleare ha affascinato scienziati e ingegneri per decenni, promettendo una fonte di energia pulita e praticamente illimitata. Nonostante i progressi significativi, la realizzazione di una centrale a fusione sulla Terra sembra ancora lontana. Tuttavia, la fusione nucleare nello spazio potrebbe rappresentare una soluzione più praticabile e potrebbe avvenire prima di quanto ci si aspetti. Grazie a questa tecnologia, le navicelle spaziali potrebbero raggiungere velocità straordinarie, fino a 800.000 chilometri all’ora, superando i record attuali.
Con il supporto dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito, la startup britannica Pulsar Fusion ha sviluppato il concetto di Sunbird, un razzo spaziale progettato per agganciarsi ad altre navicelle in orbita e portarle verso le loro destinazioni a velocità senza precedenti. Richard Dinan, fondatore e CEO di Pulsar, sottolinea l’importanza di realizzare la fusione nello spazio, dove le condizioni sono più favorevoli. Attualmente, Sunbird è in fase di sviluppo e, se tutto andrà secondo i piani, potrebbe dimezzare i tempi di viaggio verso Marte entro il 2027.
La fusione nucleare, a differenza della fissione, combina elementi leggeri come l’idrogeno per generare energia. Questo processo, che avviene nelle stelle, rilascia quattro volte più energia rispetto alla fissione e milioni di volte più rispetto ai combustibili fossili. I reattori a fusione utilizzerebbero atomi di idrogeno pesante, come deuterio e trizio, riducendo al minimo i rifiuti pericolosi. Anche se la fusione richiede condizioni estreme per avviarsi, Dinan afferma che l’obiettivo per Sunbird è creare una velocità di scarico rapida, utilizzando un plasma riscaldato per generare propulsione.
I Sunbirds funzionerebbero come biciclette spaziali, con stazioni di ricarica in orbita. Dinan descrive il concetto come un modo per utilizzare la fusione nucleare per gran parte del viaggio, con stazioni strategicamente posizionate vicino a Marte e in orbita terrestre. Nel 2027, Pulsar prevede di testare una parte di Sunbird in orbita per verificare la fisica della fusione nello spazio. Questo prototipo costerà circa 70 milioni di dollari e segnerà un passo importante verso la realizzazione della fusione nucleare per la propulsione spaziale.
Le applicazioni della tecnologia Sunbird potrebbero rivoluzionare le missioni interplanetarie, consentendo il trasporto di carichi significativi a Marte in meno di sei mesi e il dispiegamento di sonde verso Giove o Saturno in tempi notevolmente ridotti. Altre aziende, come Helicity Space e General Atomics, stanno sviluppando motori a fusione nucleare, contribuendo a un futuro in cui la propulsione spaziale potrebbe essere alimentata da questa potente fonte di energia.
La fusione nucleare per la propulsione spaziale presenta enormi potenzialità, ma ci sono sfide tecniche significative da affrontare. La miniaturizzazione dei reattori a fusione e la creazione di un sistema di propulsione efficiente richiederanno innovazioni ingegneristiche. Tuttavia, se avrà successo, la fusione nucleare non solo permetterà viaggi più rapidi nello spazio, ma potrebbe anche trasformare l’esplorazione interplanetaria, aprendo la strada a nuove opportunità per l’umanità.
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