Il Consiglio di Stato ha confermato una sanzione di 2 milioni di euro inflitta all’azienda nipponica Sony per pratica commerciale scorretta relativa alla Playstation 4. La decisione, che respinge il ricorso in appello di Sony, evidenzia la mancanza di informazioni cruciali riguardanti la necessità di dover sottoscrivere l’abbonamento a pagamento PlayStation Plus per poter giocare in modalità multiplayer online con altri giocatori.
Il recente pronunciamento del Consiglio di Stato ha confermato la sanzione di 2 milioni di euro inflitta a Sony Interactive Entertainment dall’Antitrust, ovvero dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nel dicembre del 2018. Questa decisione segna un’importante tappa in una lunga battaglia legale che ha coinvolto la nota multinazionale giapponese, accusata di pratiche commerciali scorrette legate alla sua celebre console, la Playstation 4.
Le accuse contro Sony
L’AGCM ha avviato un’istruttoria a seguito di segnalazioni riguardanti la mancanza di informazioni chiare nella comunicazione ai consumatori. In particolare, è emerso che Sony non aveva adeguatamente informato gli utenti sulla necessità di abbonarsi al servizio a pagamento PlayStation Plus per accedere alla modalità multiplayer online. Questo aspetto ha sollevato preoccupazioni, poiché molti utenti, attratti dalla promessa di un’esperienza di gioco online, si sono trovati di fronte a costi aggiuntivi non chiaramente comunicati al momento dell’acquisto della console.
La decisione del Consiglio di Stato
In primo grado, il Tar del Lazio aveva dichiarato inammissibile il ricorso di Sony, ma la decisione è stata successivamente annullata dal Consiglio di Stato, che ha affrontato il merito della questione. Nel suo pronunciamento, il Consiglio ha ritenuto che le valutazioni dell’AGCM e del Tar fossero fondate e che Sony avesse effettivamente fornito informazioni insufficienti. Nonostante le argomentazioni della società, che sosteneva di non aver messo in atto condotte ingannevoli e di aver agito in buona fede, i giudici hanno rilevato come la mancanza di chiarezza nella comunicazione fosse una violazione delle norme sulla protezione dei consumatori.
Implicazioni per il settore dei videogiochi
Per quanto riguarda il calcolo della sanzione, il Consiglio di Stato ha considerato le valutazioni dell’AGCM come ragionevoli, affermando che la multa di 2 milioni di euro non fosse sproporzionata rispetto alla gravità della violazione e al fatturato delle società coinvolte. Questa sentenza rappresenta un importante precedente nel settore dei videogiochi, sottolineando l’importanza della trasparenza e della correttezza nelle pratiche commerciali. In un mercato in continua evoluzione come quello dei videogiochi, dove le aspettative dei consumatori sono elevate e la concorrenza è agguerrita, questa decisione potrebbe influenzare le strategie future delle aziende del settore.