Una macchina della Guardia di Finanza | Photo by All names i want are taken licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) - alanews.it
Genova, 7 aprile – La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane hanno sequestrato oltre 210mila prodotti e 10mila metri di tessuto contraffatto in 54 container dalla Cina. Tra gli articoli ci sono calzature, borse e accessori. Gli investigatori hanno smascherato un traffico internazionale, proteggendo le aziende del settore tessile e moda. La merce, per oltre 600 tonnellate, sarà distrutta. 20 persone sono indagate per concorrenza sleale
Oltre 210mila articoli e 10mila metri di tessuto contraffatti sono stati sequestrati nel porto di Genova, grazie a un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane. Questo ingente carico, proveniente dalla Cina, comprendeva una vasta gamma di prodotti, tra cui calzature, portafogli, borse e accessori, tutti destinati a entrare illecitamente nell’Unione Europea. La scoperta di questi articoli, insieme a 230 rotoli di tessuto per la produzione di capi di abbigliamento falsi, ha messo in evidenza l’ampiezza del traffico di merce contraffatta che affligge il settore della moda e del tessile.
L’operazione di sequestro rappresenta il culmine di un’indagine più ampia, rivelando l’operato di un’organizzazione criminale internazionale specializzata nel traffico di beni contraffatti. I prodotti sequestrati, destinati a diverse imprese italiane, non solo arrecano un danno economico alle aziende che rispettano le regole, ma pongono anche un serio rischio per i consumatori, costretti a utilizzare articoli di bassa qualità, spesso realizzati senza rispettare le normative di sicurezza.
La Guardia di Finanza ha evidenziato che la merce sequestrata, se fosse stata immessa sul mercato, avrebbe potuto generare guadagni per le organizzazioni criminali superiori ai 6 milioni di euro.
Il meccanismo di concorrenza sleale generato dalla vendita di prodotti falsificati danneggia profondamente le aziende italiane, costrette a competere con prezzi stracciati e merce di scarsa qualità. Le conseguenze di questa situazione si traducono in un calo del fatturato delle imprese legittime, nella perdita di posti di lavoro e nell’erosione della fiducia dei consumatori nei marchi italiani.
Il pubblico ministero ha già disposto la distruzione della merce sequestrata, una misura necessaria per prevenire che questi articoli possano entrare nel mercato.
Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione ha assunto proporzioni preoccupanti, spingendo le autorità a intensificare i controlli nei porti e nei punti di ingresso dell’Unione Europea. Il porto di Genova, uno dei principali hub commerciali d’Italia, è frequentemente al centro di operazioni di questo tipo, grazie alla collaborazione tra diverse agenzie governative e forze di polizia.
Le indagini hanno portato all’apertura di un procedimento penale nei confronti di 20 indagati.
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