Un lampeggiante della polizia | Pixabay @Fleimax - alanews.it
La Polizia di Stato ha eseguito un importante decreto di confisca di primo grado di beni, per un valore di circa 700 mila euro, nei confronti di Francesco Di Filippo, ritenuto un noto esponente di spicco del mandamento mafioso. L’operazione ha portato alla confisca di diversi beni, tra cui una comunità alloggio per anziani, un’impresa funebre, una rivendita di caffè, un veicolo commerciale, una porzione di villa familiare a Carini, un’imbarcazione con motore fuoribordo e 19 rapporti finanziari
Nella mattinata di oggi, venerdì 28 marzo 2025, la Polizia di Stato ha eseguito un importante decreto di confisca di primo grado di beni, per un valore di circa 700 mila euro, emesso dalla sezione Misure di prevenzione, su richiesta del procuratore di Palermo, nei confronti di Francesco Di Filippo, 47 anni, ritenuto un noto esponente di spicco del mandamento mafioso della Noce. L’operazione, coordinata dalla sezione Misure di prevenzione della Procura di Palermo, ha portato alla confisca di diversi beni, tra cui una comunità alloggio per anziani, un’impresa funebre, una rivendita di caffè, un veicolo commerciale, una porzione di villa familiare a Carini, un’imbarcazione con motore fuoribordo e 19 rapporti finanziari.
Questa azione si inserisce in un quadro di costante monitoraggio e repressione delle attività mafiose a Palermo. Le indagini patrimoniali hanno rivelato un patrimonio considerevole accumulato da Di Filippo, nonostante il suo reddito ufficiale fosse molto basso. Questo disallineamento ha attirato l’attenzione degli investigatori, che hanno ricostruito la rete di attività economiche legate al clan.
Francesco Di Filippo ha un passato giudiziario significativo. È stato coinvolto in operazioni importanti contro la mafia, come:
Nel giugno del 2021, Di Filippo è stato condannato a 10 anni e otto mesi di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata. Questi precedenti, uniti alla recente confisca dei beni, evidenziano l’impegno delle autorità nel contrastare la mafia e nel disarticolare le sue strutture economiche.
La comunità alloggio per anziani, parte dei beni confiscati, solleva interrogativi sul possibile sfruttamento di attività legittime da parte di organizzazioni mafiose per riciclare capitali illeciti. La gestione di queste strutture da parte di soggetti legati alla criminalità organizzata rappresenta un grave rischio per la società. Questo mina la fiducia dei cittadini nei servizi pubblici e privati. La polizia ha già avviato indagini per verificare se tali attività abbiano avuto un impatto diretto sulla popolazione, in particolare sugli anziani, una delle categorie più vulnerabili.
L’operazione di oggi è solo l’ultimo esempio dell’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta alla mafia. Negli ultimi anni, il governo italiano ha adottato misure sempre più severe per combattere l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale. Tuttavia, la sfida rimane complessa, poiché le associazioni mafiose continuano a trovare modi per infiltrarsi in vari settori economici, sfruttando le vulnerabilità del sistema.
L’azione della Polizia di Stato non solo mira a privare i mafiosi delle loro risorse economiche, ma anche a inviare un messaggio forte e chiaro: le istituzioni non tollereranno attività illegali e combatteranno con determinazione l’influenza mafiosa. Le indagini sul patrimonio di Di Filippo e sui beni confiscati continueranno, con l’obiettivo di individuare eventuali complici e altri beni nascosti che potrebbero essere stati acquisiti tramite attività illecite.
Le operazioni di confisca e sequestro di beni rappresentano uno strumento fondamentale nella lotta contro la mafia. Esse non solo privano i gruppi criminali di risorse, ma contribuiscono anche a ripristinare la legalità e la fiducia nella giustizia. La società civile e le istituzioni devono collaborare per creare un ambiente di legalità, dove le attività economiche possano prosperare senza l’ombra della criminalità organizzata.
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