Milano, 7 aprile – Vendite in forte calo a Piazza Affari: il Ftse Mib perde il 7% a 32.270 punti, ai minimi di agosto 2024. Spread in aumento a 130 punti, con il rendimento dei Btp al 3,73%. Leonardo cede 16,4%, mentre le banche registrano forti ribassi: Popolare di Sondrio -12%, Mps -11,2%, Banco Bpm -10,7%
La giornata di oggi ha riservato sorprese negative per Piazza Affari, con il principale indice, il Ftse Mib, che ha subito un crollo del 7%, scendendo a 32.270 punti. Questo calo segna un ritorno ai livelli di agosto 2024, generando crescente preoccupazione tra gli investitori. A contribuire a questa caduta sono state le performance deludenti di alcuni titoli chiave, in particolare Leonardo e le principali banche italiane, che hanno registrato perdite significative.
Situazione di mercato e spread
Il contesto generale del mercato è stato complicato dall’aumento dello spread, con il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi che è salito di 11 punti base, raggiungendo i 130 punti. Il rendimento del decennale italiano ha toccato il 3,73%, mentre il bond tedesco ha mostrato un calo di 14 punti base, attestandosi al 2,43%. Questi dati suggeriscono un clima di incertezza e sfiducia nei confronti dell’economia italiana.
Le difficoltà di Leonardo e del settore bancario
Leonardo, colosso della difesa e dell’aerospaziale, ha vissuto una giornata particolarmente difficile, perdendo il 16,4% del suo valore in borsa. Le ragioni di questo crollo sembrano essere legate a fattori sia interni che esterni, con analisi che evidenziano contratti non rispettati e un clima di incertezza globale che influisce negativamente sul settore della difesa. Gli investitori sono preoccupati per le prospettive future dell’azienda, soprattutto alla luce della crescente concorrenza internazionale.
Anche il settore bancario ha vissuto una giornata nera, con perdite superiori al 10% per diverse istituzioni. In particolare, la Popolare di Sondrio ha visto un calo del 12%, seguita da Mps e Banco Bpm, che hanno perso rispettivamente l’11,2% e il 10,7%. Questi risultati evidenziano una crisi di fiducia nel settore, alimentata da preoccupazioni sulla stabilità economica e sull’aumento dei tassi di interesse.
Vendite indiscriminate e prospettive future
Tra gli altri titoli in evidenza, Iveco ha ceduto il 7,9%, mentre Prysmian ha visto un calo del 9,3%. Anche Unipol e Saipem non sono state risparmiate, con perdite rispettivamente dell’8,5% e del 7,5%. Questi sviluppi riflettono una tendenza generale di vendite indiscriminate che ha colpito il mercato, suggerendo che gli investitori cercano di ridurre l’esposizione a titoli con un rischio maggiore in un contesto di incertezze economiche.