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Caporalato, arrestato un imprenditore agricolo nel sud della Sardegna

Cagliari, 28 marzo – Un imprenditore 50enne di Musei è stato arrestato per caporalato e violazioni ambientali. Durante i controlli, i carabinieri hanno trovato un lavoratore straniero in condizioni di sfruttamento e gravi irregolarità ambientali, con rifiuti pericolosi. Sanzioni sopra 13mila euro.

Un imprenditore di 50 anni, residente a Musei (nel sud della Sardegna), è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di caporalato e violazioni ambientali. L’operazione, che ha portato alla luce uno sfruttamento lavorativo, si è svolta a Domusnovas, dove un lavoratore straniero è stato trovato impiegato irregolarmente e in condizioni precarie. Questo caso mette in evidenza la necessità di affrontare il problema del caporalato, un fenomeno che continua a colpire il settore agricolo in Italia.

I controlli dei Carabinieri

Il fatto è avvenuto durante una serie di controlli condotti dai Carabinieri della stazione di Domusnovas, coadiuvati dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Iglesias, dal Nucleo ispettorato del lavoro e dai reparti specializzati Nas e Noe di Cagliari. Durante le verifiche, è stata scoperta la presenza di un lavoratore di origine indiana, un 64enne senza fissa dimora, che lavorava nell’azienda agricola dell’imprenditore senza alcun contratto di lavoro. Le condizioni di vita e di lavoro del soggetto erano estremamente precarie, con una totale mancanza di igiene e sicurezza.

I Carabinieri hanno riferito che il lavoratore riceveva una retribuzione irrisoria, pagata esclusivamente in contante, e non godeva di alcuna protezione legale o garanzia lavorativa. La situazione di sfruttamento ha spinto le autorità a trasferire il lavoratore in una struttura sicura, per garantirne il benessere e la protezione.

Irregolarità ambientali

Oltre alla grave violazione dei diritti del lavoratore, i controlli hanno messo in evidenza anche significative irregolarità sotto il profilo ambientale. Nella proprietà dell’imprenditore agricolo, i Carabinieri hanno trovato:

  1. Rifiuti abbandonati, privi di qualsiasi misura di controllo o sicurezza;
  2. Materiali potenzialmente pericolosi, inclusi oggetti contenenti amianto e scarti industriali;
  3. Assenza di una valutazione dei rischi per i lavoratori.

Non sono state fornite formazioni specifiche, né è stata nominata una figura di medico competente per la salute e la sicurezza dei dipendenti. Questa mancanza di misure di sicurezza adeguate ha portato a sanzioni amministrative e penali per un importo complessivo di oltre 13 mila euro.

La lotta contro il caporalato

Le operazioni di controllo rientrano in un più ampio sforzo delle autorità per combattere il fenomeno del caporalato, che continua a essere un problema significativo in diverse aree d’Italia, in particolare nel settore agricolo. La pratica del caporalato, che sfrutta lavoratori vulnerabili, è stata oggetto di attenzione crescente da parte delle istituzioni, che cercano di combattere questa piaga attraverso controlli più severi e sanzioni esemplari.

Il caso di Domusnovas è solo uno dei tanti esempi di come il caporalato possa manifestarsi nel contesto agricolo italiano. Le autorità locali e nazionali stanno intensificando gli sforzi per combattere questo fenomeno, ma rimane necessaria una maggiore consapevolezza e un intervento collettivo da parte della società per garantire un lavoro dignitoso e rispettoso dei diritti umani per tutti i lavoratori. La questione del caporalato non riguarda solo la violazione dei diritti lavorativi, ma si interseca anche con problematiche più ampie, come la sicurezza alimentare e la salute pubblica.

Redazione

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