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Case in affitto: solo il 48% è sostenibile per le famiglie italiane

Nelle grandi città, solo il 48% delle case in affitto è accessibile alle famiglie italiane, con Venezia al 6% e Roma al 20%. A livello nazionale, il canone sostenibile è di 845 euro, ma l’affitto medio è di 893 euro. Milano ha il canone sostenibile più alto, mentre Firenze evidenzia un divario significativo tra mercato e sostenibilità. In contrasto, 80 capoluoghi più piccoli offrono affitti totalmente accessibili.

Un recente studio dell’Ufficio Studi di Idealista ha messo in luce un dato preoccupante: solo il 48% delle case in affitto in Italia è accessibile per le famiglie. Questo significa che oltre un’abitazione su due supera la soglia di sostenibilità economica, fissata al 30% del reddito disponibile. Con i canoni di locazione in costante aumento, la situazione abitativa per molte famiglie italiane diventa sempre più complessa e insostenibile.

La situazione degli affitti in Italia

A livello nazionale, il canone di affitto sostenibile è stimato attorno agli 845 euro al mese. Tuttavia, nel quarto trimestre del 2024, il prezzo medio per un trilocale è di 893 euro, con un margine di 48 euro rispetto al limite considerato sostenibile. Questo scarto rappresenta un vero e proprio ostacolo economico per molte famiglie, costrette a dedicare una parte consistente del proprio reddito per soddisfare le esigenze abitative.

In particolare, le grandi città italiane mostrano una situazione ancora più critica. Ecco alcuni dati significativi:

  1. Venezia: solo il 6% degli affitti è considerato sostenibile.
  2. Como: 12%
  3. Verbania: 14%
  4. Milano: 15%
  5. Firenze: 16%
  6. Roma: 20%

In queste metropoli, la scarsità di affitti a prezzi abbordabili rende difficile per le famiglie trovare soluzioni abitative adeguate.

Le differenze regionali

A Bologna e Napoli, la situazione non è migliore, con il 28% delle abitazioni in affitto ritenute sostenibili. Al di fuori delle grandi città, ci sono 15 capoluoghi con tassi di sostenibilità inferiori alla media nazionale. Catania, Monza, Cagliari, Bari, Padova, Verona e Torino figurano tra le città con le percentuali più basse, evidenziando un problema abitativo che si estende ben oltre le metropoli.

D’altro canto, ci sono 80 capoluoghi, per lo più di dimensioni medie e piccole, dove la situazione è più favorevole. In queste località, come Enna, Isernia, Rovigo, Oristano e Vibo Valentia, la totalità delle offerte di locazione è considerata accessibile, grazie a un mercato immobiliare meno pressante e a redditi locali più contenuti.

Idealista ha calcolato l’affitto massimo consigliato basandosi sui dati Istat sul reddito del 2021 per ogni capoluogo. Milano, con un canone sostenibile di 1.380 euro per un trilocale, detiene il primato dei prezzi più alti. Altri centri come Monza, Bergamo, Bolzano e Bologna seguono con importi significativi, mentre a Roma il limite è fissato a 989 euro. Napoli, con un affitto sostenibile di 746 euro, rappresenta un esempio di come le differenze regionali possano influenzare la capacità delle famiglie di accedere a un’abitazione dignitosa.

Le famiglie italiane, composte in media da 2,2 persone, si trovano quindi a dover affrontare affitti che superano di gran lunga il limite del 30% del proprio reddito. A Milano, ad esempio, il costo medio per un trilocale raggiunge i 1.951 euro, ben oltre i 1.380 euro considerati sostenibili. Anche Firenze, Como, Roma e Venezia registrano scarti notevoli, con affitti che superano i limiti di sostenibilità di centinaia di euro.

In questo contesto, il tasso di sforzo per le famiglie, che misura quanto del reddito deve essere dedicato all’affitto, risulta particolarmente elevato in città come Firenze (48%) e Napoli (47%). Tali dati evidenziano la pressione economica a cui sono sottoposte le famiglie italiane, costrette a sacrificare una parte significativa del proprio reddito per garantire un tetto sopra la testa.

Al contrario, in alcune realtà come Vibo Valentia e Terni, il tasso di sforzo si attesta a un più sostenibile 13%, indicando che la questione abitativa non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Questo scenario complesso richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e degli operatori del settore immobiliare, affinché si possano trovare soluzioni efficaci per garantire a tutti un accesso equo e sostenibile alla casa.

Redazione

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