Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, ha dichiarato che se la ministra del Turismo, Daniela Santanché, fosse rinviata a giudizio nell’ambito del caso Visibilia, dovrebbe dimettersi dalla sua carica. Questa affermazione arriva mentre la ministra è coinvolta in un procedimento per truffa aggravata ai danni dell’INPS, un’accusa che ha sollevato interrogativi sulla sua capacità di continuare a svolgere il proprio ruolo istituzionale.
La situazione attuale
La questione è al centro dell’attenzione, poiché l’udienza preliminare è fissata per domani, mercoledì 26 marzo 2025, presso il Palazzo di Giustizia di Milano. Durante un’intervista a SkyTG24, Bignami ha sottolineato che, qualora ci fosse un rinvio a giudizio, la Santanché dovrebbe lasciare l’incarico non per un giudizio di merito sulla sua gestione del ministero, che secondo lui è stata positiva, ma per garantire alla ministra la possibilità di difendersi in modo sereno e senza pressioni politiche.
Dettagli del caso Visibilia
Il caso Visibilia ruota attorno a presunti illeciti legati alla richiesta e all’ottenimento di cassa integrazione in deroga durante la pandemia di COVID-19. Secondo le indagini, Santanché, insieme ad altri imputati, avrebbe richiesto ingiustamente aiuti statali per 13 dipendenti, per un totale di oltre 126.000 euro, dichiarando falsamente che questi lavoratori erano in cassa integrazione “a zero ore”, mentre avrebbero continuato a lavorare da remoto.
Inoltre, è emersa la notizia che Santanché ha cambiato il suo legale, sostituendo l’avvocato Salvatore Sanzo con Salvatore Pino, che ha già annunciato l’intenzione di chiedere un rinvio dell’udienza per avere più tempo per esaminare la documentazione. Questo cambiamento nel team di difesa potrebbe complicare ulteriormente la situazione, poiché l’udienza di domani è programmata in un contesto di questioni preliminari che necessitano di essere affrontate prima di giungere a una decisione sul rinvio a giudizio.
Le implicazioni politiche
Il giudice Tiziana Gueli, che presiede il procedimento, dovrà deliberare sulla richiesta di rinvio e stabilire una nuova data per l’udienza. Secondo fonti legali, non ci si aspetta che domani si arrivi a una decisione definitiva sul rinvio a giudizio, ma piuttosto si assisterà a una continuazione delle questioni preliminari.
La Procura di Milano, rappresentata dai pubblici ministeri Marina Gravina e Luigi Luzi, ha presentato accuse serie e circostanziate non solo contro la Santanché, ma anche contro il suo compagno, Dimitri Kunz, e Paolo Giuseppe Concordia, un collaboratore esterno. Tutti e tre sono accusati di aver approfittato del sistema di sostegno economico in un momento di crisi, danneggiando le casse pubbliche.